Recensioni

Vanessa Collier, Do It My Own Way

VANESSA COLLIER
Do It My Own Way
Phenix Fire
***

«È un disco dal suono più caldo e scuro, registrato intenzionalmente per riflettere un ritorno al soul, all’R&B, al blues della vecchia scuola e ai tempi delle grandi canzoni e dei cantautori, un ritorno agli amplificatori a valvole e agli apparecchi analogici”. Con queste parole la talentuosa sassofonista, cantante e compositrice statunitense Vanessa Collier descrive il suo sesto album Do It My Own Way, nel quale è impegnata (oltre al canto e ai sax contralto e tenore) anche alle chitarre elettrica e acustica, al flauto, alla slide-guitar e alla chitarra resofonica.

Per chiunque voglia trascorrere poco più di trenta minuti complessivi in compagnia di note spesso frizzanti di soul, R&B, blues e talvolta gravitanti nei territori del funk inarrestabile (come capita nell’iniziale Elbow Grease, una delle migliori tracce del lavoro), Do It My Own Way rappresenta un prelibato bocconcino. Anche in Shoulda Known Better il sax sbarazzino della titolare naviga nei mari del funk pungente, mentre la rumbeggiante Just One More accontenta i palati meno esigenti e più avvezzi al luccichio del gradevole pop.

Della soffusa Wild As A Rainstorm, la Collier ha avuto modo di specificare che «è una lettera d’amore alla prossima generazione — in particolare alle mie sorelle minori — che si sentono fuori posto nel mondo attuale. Spero che questa canzone e il mio viaggio per riconoscere il mio potere personale possano ispirare altri a scegliere di prendere la propria strada quando si trovano ripetutamente a un bivio», mentre la briosa Rosetta è dedicata a Sister Rosetta Tharpe, uno degli eroi della sassofonista. La quale — lo ricordiamo — è stata studentessa alla River Hill High School di Clarksville (Maryland) e al Berklee College Of Music (in questo prestigioso istituto universitario di Boston ha conseguito la doppia laurea in Saxophone Performance e Music Production & Engineering), collaboratrice di Annie Lennox, Willie Nelson e a fianco di Joe Louis Walker durante le sue esibizioni live.

Do It My Own Way (alla cui realizzazione hanno contribuito, tra gli altri, l’organista Rev. Charles Hodges dell’etichetta Hi Records, fondata a Memphis nel 1957, e l’esperta chitarrista Laura Chavez) si conclude con i poco più di cinque minuti di Warrior, con tanto di chitarra iniziale in solitaria ed explicit corale. Do It My Own Way è inserito in un’operazione di crowdfunding nella quale è possibile ricevere il CD e il vinile autografati, incontrare la Collier per una chiacchierata di mezz’ora in occasione di un suo concerto (per $1.500,00), un’ora di lezione di sax tramite collegamento Zoom, Skype o Facetime ($100.00) e altre stuzzicanti iniziative.

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