Il Magnolia d’inverno, quando spesso i concerti si svolgono nel piccolo spazio interno, sembra una cabina armadio riempita non di vestiti, ma da esseri strani che uno accanto all’altro lottano per dover superare il nero delle colonne tra loro e il palco e per conquistare un posto nell’esiguità dello spazio a disposizione. Ma forse proprio in questo c’è la bellezza di godersi un concerto in un club, dove la distanza tra l’artista e il pubblico è pari a zero, tanto che quando gli Unsane si presentano sembra di essere ad una serata in compagnia di amici.
Il fatto è che però appena Chris Spencer attacca i jack della sua chitarra, Dave Curran si impossessa del suo chilometrico basso e Vinnie Signorelli si siede dietro le pelli, tutta questa giovialità viene letteralmente spazzata via dal muro sonoro che si scatena nello spazio antistante a loro. Il loro suono è perennemente saturo, riempito in ogni singolo interstizio da dense colate di puro hardcore, sono in tre ma fanno casino per dieci e non si risparmiano per niente. La loro musica su disco si traspone e si genera nello stesso identico modo anche nella versione live, vale a dire senza nessuna concessione agli orpelli, giù la testa e pedalare.
Loro lo fanno sempre con grande abilità. Chris sputa riff (e non solo) in continuazione, Dave ha un suono di basso che più grasso non si può e Vinnie è un autentico invasato che detta tempi e ritmi agli altri due, guidandoli con cura e maestria attraverso il suo drumming potente e preciso. Dopo aver suonato ininterrottamente per un ora se ne vanno ma rientrano per un paio di bis tra le quali la cover di un brano dei Flipper, quella Ah Ah Ah che chiudeva il precedente Wreck, un perfetto e violentissimo finale che ci lascia come al solito completamente soddisfatti.
Finale con baci, abbracci, saluti, foto e autografi: simpatici e gioviali, sembrano tre ragazzi un po’ in la con gli anni usciti a farsi una birra. Non sembra neanche che poco prima abbiano polverizzato le orecchie di tutti quelli che gli erano davanti.