Mi piace il mondo moderno e tutto ciò mi affascina. Sono cresciuto in un periodo di rinascimento musicale, un momento fortunato in cui è nata la musica migliore ed anche la più commerciale. Non ci saranno più momenti come quelli ma per me l’unico criterio è la grandezza. È tutto ciò a cui tengo. Quello che sto facendo rincorre la grandezza? Che io raggiunga o meno risultati, questo è il mio criterio al cento per cento.
Stevie Van Zandt
Wicked Cool/Big Machine/Universal Music Enterprise annunciano il nuovo attesissimo album di Little Steven, in uscita il 19 maggio 2017. Soulfire, questo il titolo del lavoro, sarà pubblicato in CD, in digitale e in doppio LP, ed è il primo album di Stevie Van Zandt in due decenni. La track-list comprende brani che ripercorrono tutta la sua carriera di artista, performer, produttore, arrangiatore e compositore, e torna all’approccio soul horns-meet-rock‘n roll guitars dei primi album con Southside Johnny e Asbury Jukes.
«Sono sempre stato tematico nei miei lavori, molto concettuale» dice Van Zandt. «Ho bisogno del contesto, non riesco a fare solo una collezione di canzoni, non funziona per me. In questo caso, il concetto sono “io stesso”. Chi sono io? Sono quasi un “genere” a parte ormai. Per cui ci sono alcune cover, alcune canzoni nuove, e alcune reinterpretazioni di quelle che ritengo le più belle canzoni che ho scritto in questi anni. In quest’album ci sono io che faccio me stesso.» Little Steven & The Disciples of Soul sono tornati l’ottobre scorso, su richiesta di un amico che li ha invitati a suonare al BluesFest di Londra. Van Zandt arrivava dal tour con la E Street Band e aveva in progetto un viaggio in UK per festeggiare il compleanno della moglie e l’ottantesimo di Bill Wyman. «Una serie di circostanze che si sono incastrate perfettamente» dice Van Zandt.
Little Steven ha velocemente riunito i Disciples of Soul del 21° secolo, quello che definisce benevolmente «un gruppo di disadattati, ladri e portuali», ha aggiunto tre coriste ed una sezione fiati tra cui Stan Harrison ed Eddie Manion, già membri degli degli Asbury Jukes/Miami Horns.
Stevie e la sua band hanno attraversato l’Atlantico per quella che avrebbe dovuto essere una “one-night-only performance” impreziosita da classici come I Don’t Want To Go Home, altre canzoni della sua carriera solista, brani scritti per altri e cover di Etta James, James Brown ed Electric Flag.
«A quel punto ho pensato beh, abbiamo già imparato 22 canzoni… Potremmo fare un album!»
Soulfire è stato arrangiato e prodotto da Van Zandt nel suo studio di New York, coprodotto da Geoff Sanoff (Fountains of Wayne, Stephen Colbert) e dal chitarrista Marc Ribler. I cori in I Don’t Want To Go Home e The City Weeps Tonight sono dei Persuasions, il celebre gruppo acappella. Il missaggio è stato affidato a Bob Clearmountain (Rolling Stones, David Bowie, The Who, Bryan Adams) mentre il mastering è opera di Bob Ludwig (Led Zeppelin, Nirvana, The Band, Sly and the Family Stone).
Van Zandt, che rimane comunque un membro della E Street Band, sarà in tour in Europa con i Disciples of Soul dal 9 giugno all’8 luglio, unica data italiana a Pistoia il 4 Luglio.