Stephen Malkmus torna con Groove Denied, dal 15 marzo su Domino Records.
È il primo album solista senza i Jicks dal 2001. Creato utilizzando Ableton Live, con al posto di una sezione ritmica umana una drum machine e numerosi plug-in FX e “soft synth”. Stephen compara il processo di costruzione dei brani al modo in cui i suoi figli “facevano queste figure femminili sul mio iPhone – scegliendo il colore dei capelli, i vestiti ecc. Quel processo intuitivo di scorrere e scegliere, tagliare e spostare. Lo scroll come stile di pensiero.”
Questo allontanamento dal genere che lo ha reso celebre risale agli inizi di questa decade, quando Malkmus trascorse un paio di anni a Berlino e venne esposto alla vibrante scena club della città. Esplorò la scena festaiola e notturna tra le più importanti di tutto il mondo e rimase affascinato dalla techno, “la musica può essere fantastica, puoi avere la testa da un’altra parte, ballare, focalizzarti sulla musica – o semplicemente essere strafatto.”
Non sarebbe del tutto fuori luogo descrivere Groove Denied come il Low di Stephen Malkmus. Nonostante sia stato registrato per la maggior parte in Oregon, l’album è stato scritto a Berlino. E mentre la metodologia dietro a Groove Denied sia totalmente 21esimo secolo, i riferimenti per la palette di suoni risalgono all’era pre-digitale. “Per quanto riguarda la parte elettronica dell’album, volevo che fosse pre-internet” afferma Stephen.
Tracklist:
1. Belziger Faceplant
2. A Bit Wilder
3. Viktor Borgia
4. Come Get Me
5. Forget Your Place
6. Rushing The Acid Frat
7. Love The Door
8. Bossviscerate
9. Ocean of Revenge
10. Grown Nothing