Il Premio Fred Buscaglione – Sotto il cielo di Fred – organizzato con grande passione da Francesca Lonardelli, è giunto ormai alla sua Quarta Edizione.
Dopo l’articolo che scrissi in occasione della compilation uscita dopo la terza edizione ho avuto l’onore di essere chiamato a far parte della Giuria Tecnica per l’edizione 2016. L’invito era per la serata finale che vedeva i 4 finalisti presentare le loro canzoni (3 per ognuno, ivi compresa una cover di una canzone di Buscaglione) sul palco del tempio dell’ indie torinese, l’Hiroshima Mon Amour, che ha visto radunare una folla di appassionati per applaudire, insieme ai finalisti, anche il concerto finale di Dente, chiamato a chiudere la serata.
Prima del concerto, dopo la calda accoglienza di Paola Ciarrocchi, ho avuto modo di fare una chiacchierata con l’organizzatrice Francesca che mi ha raccontato che l’idea di questo Festival, quasi totalmente autofinanziato con gli incassi delle serate, nacque nel 2010. Era l’anno in cui ricorreva il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Fred Buscaglione (la prima morte rock di un cantante italiano) e a Francesca parve che una figura così mitica musicalmente, per Torino, fosse un poco sottovalutata. Nacque così l’idea di questo Festival, non solo musicale ma anche multimediale, per cercare nei nuovi artisti non solo torinesi, quella trasgressione e quello spirito di contraddizione alternativa che caratterizzò la ricerca musicale di Buscaglione (senza dimenticare l’apporto satirico dato dai testi di Leo Chiosso).
Alla prima edizione parteciparono 150 concorrenti (100 da Torino) e poi man mano il numero crebbe fino ad arrivare alla cifra record del 2014, con circa 600 artisti. Quest’anno le iscrizioni si sono un po’ ridotte (450, di cui sempre 100 torinesi) a causa di una più severa preselezione, che comprende l’invio di almeno due filmati, di cui uno live.
Giovedì 3 marzo e venerdì 4 marzo si erano tenute le semifinali alle Officine Corsare, tutte e due sold-out, ma durante tutta la settimana erano state organizzate serate che riportavano in vari locali di Torino, ivi comprese piole e bettole, lo spirito piemontese provinciale condito dell’impagabile swing americano di Fred Buscaglione. Gli eventi sono culminati poi nella Notte Rosso Barbera. Alle dieci, dopo un ottimo catering offerto dagli organizzatori alle due giurie, quella tecnica e quella del festival (che avrebbero poi offerto serate alle band finaliste), con puntualità sabauda ebbero inizio le esibizioni.
Ecco una sintesi delle esibizioni dei finalisti:
– Blindur, un duo campano, aprono il concerto; loro sono Massimo De Vita (cantautore e chitarrista acustico) e Michelangelo Bencivegna al banjo e al vibrafono. La loro musica ha chiare influenze irish-folk ma le sviluppano con una verve e una simpatia partenopea che riesce subito a scaldare i cuori ancora freddi (per la recente nevicata) del pubblico. La cover Buscaglionesca presentata è stata una bluesata versione della divertente Siamo gli evasi. Li ho incontrati a fine concerto e Massimo (che è cieco) mi ha detto (con il tipico humour napoletano): “Tu non mi crederai ma io leggo tutti i numeri del Buscadero!” e dalla musica si sente!
– Fiorino è invece un cantautore ligure di La Spezia (Matteo Fiorino) che si presenta con una band; anche lui dotato di verve e simpatia, narra nelle sue canzoni delle disavventure amorose e della sua dura vita di marinaio, che vorrebbe lasciare. Presenta sia una canzone decisamente rock, quanto una ripresa inusuale di uno stornello. La cover poi sarà la migliore del lotto, una poetica Ultima sigaretta, cantata giusto per il tempo di una sigaretta accesa all’uopo (lui che non fuma, si è saputo poi).
– La MUNICIPàL è una band composta da fratello e sorella: Carmine (canto e chitarra elettrica), Isabella Tundo (canto e tastiere), con una band che comprende, un solista all’elettrica e una sezione ritmica. Loro eseguono un rock potente, influenzato da certe sonorità elettriche new-wave e presentano una canzone molto particolare, dedicata ad una porno-star. La loro cover è una tirata ed elettrica Che bella cosa sei.
– Albedo sono una band di Milano, che scrivono solo concept albums ed eseguono un rock poderoso, influenzato dal post- rock. Sono di sicuro la band con più esperienza di palco, con due chitarre elettriche e una sezione ritmica che pesta duro; il loro show ottiene un grande successo tra il pubblico e anche tra i giurati dei festival perché di gran presa sulla platea; anche se per me sono decisamente fuori tema (anche se molto bravi). La loro cover di Non ti fidare di me rasenta il punk e l’emo (prima di iniziare hanno correttamente chiesto scusa a Fred).
Poi, durante il concerto di Dente (che mi son purtroppo perso) le due giurie hanno separatamente valutato gli artisti. La discussione poi viene giustamente unificata e grazie all’esperienza di Francesca si riesce dopo un’ora a stilare la valutazione finale.
Nessun dubbio sul vincitore del Primo Premio (3.000 € e 5 concerti), la valutazione migliore è andata a Blindur. Più tesa la discussione per gli altri premi ma alla fine il risultato è stato: Secondo Premio (1500 € e 10 concerti) agli Albedo. Il Premio King Kong, che vale una partecipazione all’omonima trasmissione di Radio Uno e’ andato a Fiorino. Il Premio MEI, che comporta la possibilità di un’esibizione durante il prossimo Meeting delle Etichette Indipendenti è andato a La MUNICIPàL.
Poi tutti a ballare con Gli Avanzi di Balera e a festeggiare alla grande!
[Not a valid template]