Come precedentemente annunciato, gli amici di Volume!, dopo l’esperimento di Due Giorni (una specie di festival), continuano la loro collaborazione con lo Spazio Teatro 89 portando avanti la loro programmazione di concerti spesso inusuali, ma sempre e comunque interessanti e da non perdere, in particolar modo se si è ascoltatori propensi a sperimentare cose un po’ laterali, non solo al mainstream, ma pure al più tipico e consolidato mondo indipendente.
La serata del 21 novembre, ad esempio, prevedeva la performance del duo indonesiano Senyawa, band di passaggio nel capoluogo lombardo non per la prima volta, ma ormai assente da diversi anni. Come simpatica introduzione agli show in programma, il vocalist del duo, Rully Shabara, ha approfittato dell’ampio spazio concesso dal bar del teatro, per presentare la versione beta – provabile da tutti voi, a casa, andando su questo sito – del suo software per creare musica con il solo ausilio della voce. Con esempi pratici, nel mentre che si divertiva palesemente come un matto, ha illustrato le varie sezioni di questo suo progetto chiamato XhabaraBot, sia quelle già disponibili da provare, che quelle sulle quali sta invece ancora lavorando. Devo dire molto interessante e curioso; se poi siete dei creativi, troverete molto spassoso giocarci un po’ esplorandone le possibilità.
Ad aprire la parte più strettamente musicale della serata, ci ha pensato un altro duo, stavolta italiano però, ovvero i San Leo, da poco tornati nei negozi con un nuovo disco su Bronson Recordings, Aves Rares, del quale potete leggere la recensione sul Busca di novembre. Le loro sono mega cavalcate ipnotiche di psichedelia ottundente che induce alla trance, costruite da un batterista incalzante e potente e da un chitarrista dal suono molto originale, intento ad armeggiare anche con electronics e synth (presumo), nonché alla bisogna cantante, anche se pure la voce, filtratissima, viene di fatto usata come elemento musicale delle textures sonore che creano. Una mezz’oretta di show la loro, in cui di fatto hanno sostanzilamente presentato i nuovi pezzi che, forse ancora di più dal vivo, dimostrano tutta la loro vivida forza.
Rapidissimo cambio di palco ed è la volta del duo originario di Yogyakarta. Rully ha di fronte a sé due microfoni e il suo banchetto attrezzato di effetti, delay e filtri per la voce; il suo socio Wukir Suryadi è colui che si occupa della parte musicale, messa a punto tramite uno strumento autocostruito, costituito da una chitarra, corde, elementi da percuotere e chissà che altro, che lui suona utilizzando bacchette, un archetto per violino, mani e plettro.
Se non conoscete la musica dei Senyawa, che in poco più di una decina d’anni hanno messo a punto cinque album in studio, tre dal vivo, altri tre in collaborazione con personaggi come Stephen O’Malley, Arrington De Dionyso e Kazuhisa Uchihashi e almeno altri tre split EP, sappiate che è una sorta di rivisitazione delle musiche tradizionali e folk del loro paese, filtrata attraverso un approccio avant rock e sperimentale. A rendere particolarmente esotico alle nostre orecchie il tutto, è soprattutto il cantato di Shabara, il quale, per le sue liriche, utilizza varie lingue dell’arcipelago indonesiano, ma soprattutto ha una tecnica di canto, portato all’estremo dal suo sperimentare continuo anche con i devices, che a un tipico ascoltatore occidentale risulta probabilmente decisamente insolito.
E così, mentre la musica oscilla tra momenti tribali e altri in cui si fa largo un teso lirismo in qualche modo apparentabile a mondi quali quelli del citato avant rock, del noise, volendo persino del metal, la voce s’inerpica seguendo strane traiettorie, facendosi urlo o preghiera mistica e concedendosi un virtuosismo che non lascia indifferenti, profilandosi sempre molto originale.
Insomma, l’ennesima gran bella serata, e occhio che ce n’è un’altra imminente, quella con l’imperdibile concerto degli australiani The Necks, sempre allo Spazio Teatro 89, l’1 dicembre! Chi può, non manchi! Qui le info.