Anni fa, a Torino, aveva luogo un bellissimo festival chiamato Spaziale, il quale prendeva il nome dallo Spazio 211, il club che lo organizzava e nel cui ampio spazio all’aperto si svolgeva. Un memorabilissimo concerto dei Wilco, una fantastica performance dei Raconteurs di Jack White, i Sonic Youth intenti a rifare l’intero Daydream Nation, sono solo alcuni degli show di cui ancora oggi conservo vivida memoria. È stato quindi con estremo piacere che sono tornato nello stesso luogo, oggi location principale del Todays, un festival che in pochissimo tempo s’è conquistato i favori del pubblico, diventando appuntamento irrinunciabile dell’estate torinese e per gli amanti della musica tutti.
Merito di un programma ricco e articolato, che quest’anno poteva vantare nomi di peso quali PJ Harvey, Richard Ashcroft, Band Of Horses, The Shins, Perfume Genius e Mac Demarco in cartellone. Una tre giorni di grande musica a cui avrei voluto assistere in toto, dovendomi però accontentare della sola prima serata, quella sold out e con indiscussa protagonista Pj Harvey.
Come sarà anche nelle date successive, ad aprire la sequenza di concerti ci sono un paio di artisti italiani: a causa di un incidente in autostrada che mi fa arrivare in ritardo, dell’esibizione di Birthh riesco ad intercettare giusto gli ultimi due/tre brani, un po’ poco per farsene un’idea precisa, ma abbastanza per percepire buone vibrazioni dalla sua proposta. Subito dopo di lei, in solitaria al pianoforte, è stata la volta di Giovanni Truppi, cantautore sostanzialmente classico, bravo e sicuramente coraggioso, anche perché poco amalgamato al resto degli artisti in programma.
Il motivo per cui valeva la pena esserci era però, ovviamente, il concerto della Harvey, alle 20:30 precise sul palco, non in chiusura di serata, come sarebbe stato ovvio immaginarsi, per esplicita richiesta dell’artista. È ormai la terza volta che assisto al suo spettacolo e, anche se con scalette sostanzialmente simili, non si può che parlare nuovamente che di magia pura. L’impianto teatrale della performance, con tutti i movimenti, le entrate e le uscite di scena accuratamente coreografate, bilancia il vivido calore di una voce che trafigge l’anima, la magistrale potenza di canzoni che non smettono di commuovere ed emozionare, il vigore di una band stellare, valorizzato da una resa sonora d’altissimo livello (da questo punto di vista, complimenti vivissimi agli organizzatori del festival!). Non posso aggiungere molte altre parole di quelle a suo tempo spese qui, se non sottolineare un’intesa ancor maggiore fra i musicisti (forse mai così potente 50ft Queenie) e l’ingresso in scaletta della vibrante Shame (da Uh Huh Her) e di due diversi brani tratti da White Chalk, stavolta la title-track e Dear Darkness, entrambi momenti toccantissimi. Un’ora e venti minuti nuovamente indimenticabili, per uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni.
Dopo la dea PJ Harvey, per chiunque sarebbe stato difficile. Mac Demarco è sicuramente assai simpatico e le sue canzoni, piazzate magari prima, sarebbero state sicuramente più godibili. Lui, com’è sua abitudine, sul palco fa un po’ il buffone, fuma una sigaretta dopo l’altra, propone le sue canzoni agrodolci con svagata leggerezza e pare sempre prendersi poco sul serio. I suoi dischi li ho sempre trovati carini e poco più, tanto da non riuscire mai bene a comprendere l’hype nei suoi confronti. Accompagnato da una band di rara perizia strumentale – pulita e precisissima, ho sentito qualcuno paragonarli addirittura agli Steely Dan (!!) – Demarco ha fatto il suo non provandoci neppure a tentare di eguagliare l’intensità di ciò che s’era visto prima di lui. Come i suoi dischi, il suo show è stato carino e simpatico, meno estroso di quanto alcune cronache raccontano, in definitiva un po’ impalpabile. Ripeto, l’aver suonato dopo Polly Jean sicuramente l’ha penalizzato e di certo non meritava l’abbandono di una bella fetta di pubblico, andatosene mentre suonava.
Pur con le ovvie e rimarcate differenze, ad ogni modo, un’esordio di festival più che soddisfacente nel suo insieme. All’anno prossimo Todays!!