«Alla fine della scorsa estate cadeva l’anniversario del primo anno senza parole con mia madre e ho pensato di partire da lì, da quell’ultima telefonata intercorsa e dalle sue ultime parole per dare un titolo al mio nuovo lavoro».
Bisognava dirlo… è un ulteriore tassello nella ricerca viscerale operata dal songwriter milanese nel proprio percorso artistico. Il sesto capitolo discografico – ad appena pochi mesi dal primo album cantato in italiano e giudicato un capolavoro da pubblico e critica nostrana – conferma l’eccezionale dono di Paolo Saporiti nel saper scavare senza paura nell‘universo emotivo umano, per restituirne l‘essenza attraverso canzoni di rara bellezza perché semplicemente pure: scrivere canzoni come respirare. Ed è così che l‘autore ripercorre e affronta quel mondo intimo e personale che tanto lo ha influenzato, condizionato e amato, per poterlo finalmente lasciare a se stesso e al suo destino, e lo fa con la consueta sincerità e cura indispensabili per arrivare alla catarsi.
«Qualche mese fa mi si chiedeva di parlare della parte femminile della mia famiglia e questa è soltanto una delle mille ipotesi plausibili. Il mondo delle possibilità, questo mondo di possibilità, quello che vivo e racconto è un qualcosa col quale volente o nolente l’uomo di oggi, io e la mia persona, devono ancora una volta dimostrare di poter avere a che fare, digerire e superare».
Questa la scintilla da cui scaturiscono sei brani cantati e suonati nello stesso modo, nello stesso giorno, alla stessa ora e con la stessa – incantevole – voce e intenzione musicale. E se medesimi sono gli ingredienti, assai diverse sono le due pietanze servite dall’autore, due facce di una stessa medaglia dai colori completamente diversi.
Bisognava dirlo… conta infatti due CD caratterizzati da due produzioni distinte e distanti, seppure affidate alle due persone più vicine al cantante-autore meneghino. Nella prima tasca l’amico e co-produttore Raffaele Abbate di OrangeHomeRecords orchestra quel nugolo di eccellenti musicisti composto da Cristiano Calgagnile, Armando Corsi, Raffaele Kohler, Luca Passavini e Roberto Zanisi. Ne scaturisce un lavoro co-partecipato, di gruppo, un disco in cui i singoli partecipanti sono stati colti di sorpresa “con le orecchie ancora vergini” – per sviluppare poi in improvvisazione la scrittura dei brani. Il secondo CD è affidato ancora una volta alle cure di quell’eccezionale ricamatore sonoro che ha accompagnato Saporiti nelle ultime avventure soniche: Xabier Iriondo. Il polistrumentista italo-basco, noto al pubblico soprattutto in qualità di guitar hero negli Afterhours, si riconferma capace di innestare la componente abrasiva meno scontata e spostare l’orizzonte verso una differente, complementare, concezione artistica.
Paolo Saporiti presenta in anteprima il suo nuovo album Bisognava dirlo a tuo padre che a fare un figlio con uno schizofrenico avremmo creato tutta questa sofferenza venerdì 6 febbraio a Spazio Carù in via Postporta, 16 a Gallarate (VA).
Per info:
www.caru.com
www.paolosaporiti.com