Recensioni

Molly Tuttle & Golden Highway, Into The Wild

MOLLY TUTTLE & GOLDEN HIGHWAY
Into The Wild
Nonesuch
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Molly Tuttle e i suoi Golden Highway, in attesa di mettere in pista un nuovo album, se ne sono usciti, proprio pochi giorni prima che il loro City of Gold venisse premiato come miglior disco agli International Bluegrass Music Awards (dopo aver già vinto a febbraio il Grammy Award nella medesima categoria e sbancato nel 2023 col disco precedente, Crooked Tree), con un EP a sorpresa. Se diamo solo tre stelle a Into The Wild, è a causa della naturale brevità del formato. Questa interessante uscita mette sul piatto (letteralmente, perché il disco è uscito solo in vinile e formato liquido) sei brani decisamente all’altezza della fama di Molly, che affianca tre originali e tre cover di estrazione assai varia.

Il disco si apre con la title-track, una canzone piacevole, composta insieme al suo compagno Ketch Secor, con cui ha scritto quasi tutti i brani dei precedenti LP: Into the Wild è un brano dall’atmosfera bucolica sulle selvagge foreste della California settentrionale, zona familiare alla Tuttle che dissemina ovunque il suono bellissimo della sua chitarra. Getaway Girl è più cadenzata, i Golden Highway hanno più spazio, il violino e il mandolino si ritagliano interventi deliziosi, la titolare fa lo stesso dopo la seconda strofa, con un assolo della sua chitarra che toglie il fiato all’ascoltatore. Per chiudere il primo lato del vinile, la Tuttle ha scelto un brano di Kate Wolf, indimenticata e ispirata cantautrice delle sue stesse zone d’origine: per «coprire» Here in California, Molly si fa aiutare da papà Jack, con cui era solita esibirsi da ragazzina, e dalla mandolinista AJ Lee, da non confondersi con l’omonima wrestler. La canzone della Wolf è trattata col dovuto rispetto e con intensità, come meritava.

La seconda cover del disco apre il lato B e non è una novità. Già uscita come singolo sulle piattaforme più note, da tempo brilla nelle esibizioni live di Molly Tuttle: si tratta di una personalissima e vincente rilettura della White Rabbit dei Jefferson Airplane. Stranger Things, che stava già sul 33 giri dello scorso anno, è riproposta in una nuova Down In The Rabbit Hole Version, facendo pensare automaticamente proprio al brano precedente, ma anche ad Alice In The Bluegrass (che stava sul medesimo album, quasi a confermare una forte influenza del libro di Lewis Carroll). Con Molly, qui, suonano il cellista Nathaniel Smith e il mandolinista Dominick Leslie. Per chiudere il disco l’artista rilegge a smodo suo Good 4 U, brano di successo di Olivia Rodrigo, a sua volta ripreso da una canzone dei Paramore del 2007. La versione Tuttle del brano è perfettamente in equilibrio tra il pop originale e le sonorità acustiche a lei familiari: esperimento riuscito!

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