76 anni, ma ancora in gran forma, Mavis Staples è tornata sulle scene con un nuovo album: Livin’ On A High Note, uno dei suoi dischi più riusciti. Mavis ha vissuto, anzi sta vivendo, una bella vita, piena di soddisfazioni reali. Molto lo deve a suo padre, Pops Staples, che era un grande. Non solo era il patriarca della sua famiglia, ma anche il leader degli Staple Singers, uno straordinario gruppo che ha segnato la storia della musica afro americana. Ha combattuto per i diritti civili, come anche Mavis, e ha consegnato ai posteri una serie di dischi di grande spessore, cominciando dal capolavoro Be Altitude: Respect Yourself (1972), senza dimenticare Freedom Highway. Soul Folk in Action, The Staple Swingers etc. Mavis ha avuto diversi fidanzati tra i quali anche Bob Dylan (è lei stessa a dire “Spesso mi fermo a pensare cosa mi sarebbe successo, se avessi sposato Bob Dylan“), è stata avvicinata anche da David Bowie (che lei definisce un gentleman) e, sembra, sia stata brevemente legata anche a Prince e, di recente, a Pharrel Williams. Una tombeur des hommes, si potrebbe definire. Mavis è seria quando parla, ama la musica e vive per la musica. Parlando dei musicisti che hanno prodotto i suoi dischi, pur essendo pienamente soddisfatta di Jeff Tweedy, ha detto cose molto belle di M. Ward, che ha prodotto di recente il nuovo disco, Livin’ On A High Note. Non ha parlato di Ry Cooder, probabilmente sarà per un’altra volta.
Ciao Mavis, mi chiamo Paolo e scrivo per il Buscadero. Non so se ti ricordi ma, più di dieci anni fa, ti sei esibita nella mia città, a Gallarate.
Sì, mi ricordo, ho cantato in una chiesa, una chiesa che aveva una forma strana. È passato molto tempo.
In passato hai lavorato con Ry Cooder e Jeff Tweedy, come produttori. Ed ora con Matt Ward (M. Ward). Quale è stata l’esperienza più soddisfacente?
Senza dubbio quella con Matt Ward. Mi ha procurato ottime canzoni e mi ha lasciato fare quello che volevo senza obbligarmi a fare questo o quello, come invece è successo in passato. È venuto a trovarmi durante un mio spettacolo, si è presentato con sua moglie e suo figlio. Lui è ancora giovane, sembra un ragazzo (ndr, in realtà, pur avendo un aspetto giovanile, ha già 43 anni) e poi è un musicista lui stesso. E questo è un fatto molto positivo perché un musicista capisce gli altri musicisti, ha i tempi e le soluzioni, capisce di musica, conosce i diversi stili e, nei casi migliori, conosce anche la musica, anche quella del passato. M. Ward è uno di questi: molto easy nei rapporti umani, molto colto a livello musicale, inoltre è molto timido. Però se deve intervenire, interviene. Mi ha messo a disposizione tutto e poi si sedeva ad osservare, non parlava quasi mai. Mi ha procurato le canzoni ed anche i musicisti. Quelli che suonano nel disco sono la sua band, o gente che lui conosce e che ha suonato con lui: gente bravissima che conosce la musica, senza alcun dubbio. Abbiamo inciso tutto, o quasi, in presa diretta. Una sorta di buona la prima. Solo una volta ho voluto ripetere la canzone, non ero convinta. Dopo quella che ho avuto con Jeff Tweedy, ho di nuovo avuto una esperienza bellissima con un produttore genio (genius producer), M Ward.
Trovi l’articolo completo su Buscadero n. 387 / Marzo 2016.