
LETIZIA FUOCHI
La Scelta
Materiali Sonori
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In un periodo nel quale tendiamo a dimenticare le basi della nostra Liberazione e della Costituzione, per la ricorrenza del 25 Aprile mi sembra doveroso perpetuare la memoria della Resistenza antifascista caldeggiando questo superlativo disco di Letizia Fuochi, intitolato La Scelta.
Ecco come lo presenta la sua artefice, storica e cantautrice fiorentina: «Scegliere è la più alta forma di libertà. Dittature, fascismi, nazionalismi, fanatismi distruggono il pensiero critico. Questo disco, frutto di una complessa e sentita ricerca storica e artistica, vuole essere un promemoria. Studiare la Storia diventa, ogni giorno, una nostra responsabilità».
Concept di canzoni «resistenti» che Materiali Sonori pubblica proprio in occasione degli 80 anni dalla Liberazione, La Scelta si concentra, ovviamente, sulle testimonianze della nostra guerra civile, senza però dimenticare quella spagnola (come nella poetica Se Equivocò La Paloma, da un testo dell’antifranchista Rafael Alberti), la tragedia di Guernica immortalata su tela da Pablo Picasso (Blanca Mariposa) o il martirio di Victor Jara nel Cile repressivo del caudillo Augusto Pinochet (Quel Giorno Di Settembre, cantata a cappella da più voci). Il ricordo dei desaparecidos argentini, tenuto in vita nel ricordo del movimento pacifico delle Madri di Plaza de Mayo, rivive invece nella drammatica La Protesta, eseguita in fingerpicking con Sara Radosalla voce.
Nella sua carriera artistica, Letizia Fuochi ha messo a frutto gli studi storici, soffiandone l’afflato di libertà in canzoni confezionate tramite la collaborazione — estesa a spettacoli e dischi — del chitarrista Francesco “Frank” Cusumano. In merito alla Resistenza italiana, il disco si apre con la bellissima ballata Tutti Quanti Mi Chiamano Passione, dedicata alle partigiane Maria Teresa Regard e Lydia Buticchi Franceschi (descritte con una delicatezza e una profondità commoventi), mentre Il Mio Testamento prende spunto da parole attualissime ed è dedicata a Piero Calamandrei («la memoria è il futuro, il nostro sangue concime / per esaminare speranza e giustizia»).
Una bella chitarra elettrica accompagna il canto di Silenzio E Cammino, su testo dello scrittore Carlo Coccioli — comandante di una brigata partigiana — che fa rivivere l’atmosfera della guerriglia partigiana. La fisarmonica introduce La strada Di Berto, su testo di un altro comandante partigiano, il professore di letteratura Raffaello Ramat, riguardante l’uccisione (da parte di un cecchino) del resistente Alberto Casini. Come si vede Letizia, ci porta dentro la sfera partigiana con canzoni che nascono da testi di prima mano e ci fanno percepire le sensazioni di quella lotta di Liberazione.
Non mancano, infine, due cover illuminanti: la celebre Dante Di Nanni, inno degli Stormy Six, e la versione originaria di Ciao Amore, Ciao (presentata a Sanremo la sera stessa in cui Luigi Tenco si suicidò), che si sarebbe dovuta intitolare Li Vidi Tornare poiché ricordo, austero e toccante, dei ragazzi e delle ragazze combattenti tra le fila dei partigiani. Il disco si chiude con una citazione da Sandro Pertini a introdurre la programmatica La Discendenza — Il Tempo Della Scelta, in cui Letizia canta: «Il senso della Storia è la storia stessa / è la nostra Resistenza, siamo noi, la loro discendenza / Perché è ora e sempre il tempo della scelta».
Album indispensabile per ravvivare il fuoco della memoria e della Resistenza, base della nostra Costituzione ormai sempre più vilipesa e negletta.