JOHN MAYALL
Find A Way To Care
Forty Below Records
***½
82 anni e 62 dischi, l’ultimo dei quali Special Life lo ha rilanciato nel mondo della discografia blues, ammesso che John Mayall abbia mai conosciuto vere e proprie crisi. Qualche momento di stanca c’è stato e d’altra parte sfido chiunque a tenere botta in oltre cinquantanni di blues suonato senza ripensamenti e cedimenti, quel blues che lo ha visto essere pioniere, innovatore, contaminatore, eretico nella tradizione. Ha creato e disfatto band, ha lanciato chitarristi prestigiosi, ha tolto la corrente al blues quando tutti alzavano i volumi, ha sperimentato connessioni col jazz e col rock, ha fatto conoscere bluesman, uno su tutti J.B Lenoir, che altrimenti non se lo sarebbe filato nessuno, insomma John Mayall è un gigante e lo è ancora di più con questo nuovo disco Find A Way To Care, un disco di una freschezza incredibile seppur improntato alla classicità del genere, un disco che si beve in un solo fiato una miriade di colleghi che rifanno la tradizione del genere senza aggiungere nulla che distingui l’uno dall’altro.
Una svolta significativa nella sua recente carriera, John Mayall l’ha avuta quando, dopo anni con il diligente ma anche un po’ noioso Buddy Whittingtton nella band, ha incontrato il chitarrista texano Rocky Athas con cui è stato amore a prima vista. Ingaggiato il bassista Greg Rzab, il quale si è portato appresso il batterista di Chicago Jay Davenport, Mayall ha riformato la band e ha proseguito dritto per quella strada che aveva imboccato cinquantadue anni fa. Con l’aiuto del tastierista Tom Canning i tre sono andati in studio e hanno registrato l’album Tough. E’ stato l’inizio di una nuova avventura che ha visto imbarcare sulla stessa scialuppa il produttore Eric Corne.
Il seguente Special Life è stato accolto in maniera entusiasta dalla critica, un pugno di cover di Jimmy McCraklin, Eddy Taylor, Albert King, Jimmie Rodgers, Sonny Landreth e tre tracce nuove di pacca, più la presenza del fisarmonicista C.J Chenier, figlio del re dello zydeco Clifton Chenier. Squadra che vince non si cambia e così Find A Way To Care, che a parere di chi scrive è anche meglio del precedente, mette in campo un John Mayall che sembra più giovane dell’ultimo Eric Clapton tanto ci mette entusiasmo, verve, voglia di fare, lavorando con l’armonica in almeno due brani, tra cui la splendida ripresa di Long Distance Call di Muddy Waters ma soprattutto facendo sentire il suo organo ed il suo pianoforte come segno distintivo di un blues caldo e lirico che è diventato uno stile, lo stile di John Mayall.
Trovi l’articolo completo su Buscadero n. 381 / Settembre 2015.
https://www.youtube.com/watch?v=IY7lDaIJXK8