Ho parlato con James Taylor, in modo abbastanza avventuroso. Lui andava a Roma in treno ed io l’ho sentito al telefono (grazie ad Adolfo Galli). James è una persona gentile, molto gentile. Ha risposto alle mie domande, senza batterie ciglio. Artista navigato, autore di grande spessore, Taylor non ha certo bisogno di presentazioni. Il 2015 è un anno importante per lui, visto che sta per pubblicare un disco nuovo, Before This World, che uscirà il prossimo 16 Giugno. Before This World arriva ben tredici anni dopo October Road (2002), il suo ultimo disco di studio, ultimo album con canzoni composte per l’occasione: infatti poi abbiamo avuto due dischi di cover, un disco di canzoni di Natale e qualche album Live. James è gentile ma anche lucido, parla a trecento sessanta gradi e non ha remore a parlare di qualunque cosa. La voce è gradevole, amichevole, come se ci fossimo conosciuti da sempre. 67 anni, tre matrimoni, quattro figli, un flirt con Joni Mitchell, l’incontro con Paul McCartney e George Harrison, la droga, Laurel Canyon e la sua gente, Sweet Baby James, Fire and Rain, Peter Asher, You’got a Friend, Carly Simon, il successo, più di cento milioni di dischi venduti, cinque grammys…
James è in linea
Dove sei in questo momento?
Sono a Gallarate, a poche miglia da Milano.
Quest’anno è quello giusto per pubblicare un disco nuovo.
Sì lo so, da tempo. Infatti stiamo lavorando da parecchio per concludere un disco nuovo e, proprio recentemente, abbiamo chiuso le sedute di registrazione. Lo pubblicheremo a Giugno. Ma ci abbiamo lavorato molto. Per fare questo disco abbiamo lavorato a lungo, almeno cinque anni. E’ stata una rielaborazione continua di sedute di registrazione con brani fatti e finiti, ma poi ripresi e corretti. Non è facile trovare il giusto amalgama ma, credo, ci siamo riusciti ancora una volta. Ho iniziato a scrivere le canzoni in un appartamento a Newport, nel Rhode Island, con una chitarra, un block notes e poche altre cose. Sono tornato a casa con una manciata di canzoni pronte per essere incise, quindi siamo andati in uno studio di registrazione, in una fattoria in Massachusetts, dove, con la mia touring band, ho registrato le canzoni.
Il tuo ultimo disco, con canzoni nuove, è October Road (2002)…
Si, è vero. Dopo ho pubblicato un disco canzoni natalizie, un album di covers, qualche disco dal vivo…
James lo so perfettamente, ho tutti i tuoi dischi. C’è molta aspettativa per il tuo nuovo lavoro, la gente lo aspetta con impazienza.
Me too (anche io). (… Ridiamo…)
October Road è stato un disco di successo, uno di quelli di maggiore successo della tua carriera.
E’ vero, infatti è uno dei dischi da cui ho tratto più canzoni che poi ho suonato dal vivo. Uno di quelli che mi hanno dato maggiore soddisfazione. E questo nuovo disco potrebbe avere lo stesso iter, ci ho messo molto a farlo ma sono veramente soddisfatto.
Before This World è un bel titolo.
Sì, è quello che preferisco. In origine c’erano due titoli in ballottaggio: You and I Again, una canzone che parla di me e di mia moglie e Before This World. Ma poi ho optato per quello più generale, l’altro era troppo personale.
Sono sicuro che si parlerà parecchio di Before This World. C’è qualche altra canzone che mi vuoi anticipare?
E’ difficile parlare del mio lavoro, a livello personale, cioè dare dei giudizi. Comunque, tra le canzoni del disco, ce ne sono alcune che hanno ricevuto dei pareri molto favorevoli da chi le ha già sentite. Stretch of The Highway, una sorta di road song, Watching Over Me, una canzone molto personale che narra di una fatto che mi è successo, Angels of Fenway, che invece si riferisce ad un evento sportivo. Ho cercato comunque, in tutto il disco, di parlare di vita, della mia vita, delle cose che mi accadono, che ci accadono: una sorta di specchio del nostro tempo, senza volere dare alcun giudizio, ma solo a livello descrittivo.
Il processo di scrittura per te adesso è diverso rispetto all’inizio della tua carriera?
Una volta c’era più urgenza, meno tempo. Dovevi fare le cose in fretta e subito. Adesso no. Però, tutto sommato, non è cambiato più di tanto.
Trovi l’articolo completo su Buscadero n. 378 / Maggio 2015.