Eleganza, misura, educazione, modestia. Qualità che traspaiono dalla performance di James Taylor, avvenuta la sera del 25 Aprile, al Teatro degli Arcimboldi. Una locazione perfetta per chiudere il suo tour europeo. Un tour fatto con largo anticipo sull’uscita del nuovo album, Before This World. Infatti il disco, il primo con canzoni nuove dal 2002 (da October Road), sarà nei negozi dalla metà di Giugno. Ma James, che presenta tre nuove canzoni tratte da questo disco, ha un repertorio tale che si può permettere qualunque variazione.
Musicista colto, molto serio, è pronto a smitizzare anche sé stesso, quando risponde alle domande o agli apprezzamenti di un pubblico caldo ed amichevole, pronto a spellarsi le mani ad ogni canzone, pronto a fare richieste a cui lui risponde sempre in modo garbato e spiritoso. Serio perché si presenta con una band formidabile, una band di solisti, cosa che ben pochi artisti si possono permettere, ma lui se la permette perché vuole offrire al suo pubblico il meglio. E, come suono, non ce ne sono molte di migliori di questa road band: Steve Gadd, super batterista, session man, jazzista, ha suonato in centinaia di dischi. Jimmy Johnson, bassista di peso, Larry Goldings, pianista raffinato ma anche jazzista e sidemen di grande esperienza e, dulcis in fundo, Michael Landau, formidabile chitarrista, in grado di passare con estrema semplicità dal rock al blue, al jazz, al folk, a qualunque suono James lo invita a fare. E poi ci sono le tre voci, due femminili e una maschile: Andrea Zonn, anche violinista, Kate Markovitz e, sopratutto, il nero Arnold McCuller, voce formidabile che alcuni di Voi sicuramente ricorderanno come membro della Large Band di Lyle Lovett. Un super band dal sound molto compatto ma anche fluido.
Poi c’è lui, James Taylor. 67 anni ma non li dimostra: magro, simpatico, affabile, gentile, discorsivo, aperto. E, non ultime, le sue canzoni. Alcune famose, molto famose, altre meno. Ne presenta tre nuove, che saranno su Before This World, il nuovo album: Today, Today Today, Stretch of The Highway e la dolcissima You and I Again, scritta per la sua compagna. Una canzone che farà strada. Il resto lo conosciamo già. La serata si apre con Something in The Way She Moves, quindi l’arcinota Lo and Behold, Wanderings e, piccola sorpresa, Everyday (di Buddy Holly), riarrangiata e rivissuta con il suo stile. Un gradevole momento che mostra la classe e la pulizia di Taylor e la sua voglia di divertire, divertendosi a sua volta. Millworker, Carolina on My Mind, nostalgica ed ancora splendida, One More Go Round, la strepitosa Sweet Baby James che più o meno tutti canticchiamo. Sino a Shower Of The People, con il pubblico che accompagna James. Siamo alla fine della prima parte, la band esce ma lui rimane sul palco. Anzi scende in platea e si mette a firmare i dischi, i biglietti, qualunque cosa la gente gli metta in mano: fa anche foto, si presta anche ai selfie. Una disponibilità splendida.
Passa un quarto d’ora circa e la band rientra in scena. Attacca la nuova Strech of The Highway, mentre il nostro è ancora giù dal palco. La dolce Hour That The Morning Comes precede Handy Man, che tutti canticchiano ma è una cover (la canzone è di Jimmy Jones ed Otis Blackwell ed è stata portata al successo negli anni sessanta da Del Shannon, tra gli altri). Steamroller è uno spettacolo: un blues molto elettrico con Landau scatenato e James che ballicchia, fa quasi il passo dell’oca (alla Chuck Berry) e si diverte un mondo. Fire and Rain ci riporta in modo splendido nel suo classico mondo, attraverso una ballata epocale. Walking Man tocca quasi ancora il blues. Poi è la volta di Mexico, un’ovazione, con la gente che si alza in piedi e canta. Cosa che si ripete con la canzone che chiude la serata, Your Smiling Face.
Ma ovviamente non è finita. C’è tempo per i bis. Shed A Little Light, applausi scroscianti. James confabula con la band facendo finta di scegliere che canzone fare e sceglie, ma l’aspettavamo tutti, How Sweet It Is (To Be Loved By You). Il classico di Marvin Gaye è diventato in pratica una canzone di James, un po’ come succede con Brown Eyed Girl di Van Morrison per Jimmy Buffett. Di nuovo a confabulare per fare poi quella che tutti ci aspettavamo: You’ve Got A Friend. Il classico per antonomasia, anche se a scriverla è stata Carole King. Tutti, ma proprio tutti a cantare (ma già con How Sweet It Is era successa la medesima cosa). E poi i musicisti, uniti e tutti sul palco, si inchinano, salutano e la serata finisce. Il pubblico, caldo e amicale, è splendido e James è quasi commosso da tanto calore. Milano ce l’ha nel cuore e ci ritornerà. Questo è poco ma è sicuro.
JAMES TAYLOR setlist
Milano, Teatro degli Arcimboldi, 25 Aprile, 2015
Prima Parte
Something In The Way She Moves
Today , Today , Today ( new song)
Lo and Behold
Wandering
Everyday ( Buddy Holly)
Country Road
Millworker
Carolina On My Mind
One More Go Round
Sweet Baby James
Shower of The People
Seconda Parte
Stretch of The Highway ( new song)
You And I Again ( new song)
Hour That The Morning Comes
Handy Man ( Jimmy James e Otis Blackwell)
Steamroller
Fire And Rain
Walking Man
Mexico
Your Smiling Face
Encore
Shed A Little Light
How Sweet It Is ( To Be Loved By You) ( Marvin Gaye )
You’ve Got A Friend ( Carole King )