JAMES MCMURTRY
Complicated Game
Blue Rose/Complicated Game/ IRD
****
Era da diverso tempo che James McMurtry non si faceva vivo. Dal 2009, quando era stato pubblicato Live in Europe. Ma se pensiamo al suo ultimo lavoro in studio, dobbiamo andare indietro di un altro anno, a Just Us Kids (2008). McMurtry non è mai stato un fulmine di guerra, ha sempre prodotto poco, pensando a lungo ogni suo disco: e questo è sinonimo, se non altro, di grande serietà. Niente viene gettato al vento, il disco si pubblica solo se ci sono le canzoni. D’altronde James è in scena dal 1989, da Too Long in Wasteland, e ha pubblicato solo otto dischi registrati in studio (questo è il nono), più due dal vivo ed una antologia (non approvata da lui).
Complicated Game, titolo del disco ma anche nome dell’etichetta di Los Angeles per la quale il nostro debutta, è un disco solido. Uno dei suoi migliori. Dodici canzoni, almeno sette sopra la media, quindi ottime canzoni. Come al solito il nostro non si cura del fattore commerciale, anzi c’è solo un brano che si può definire radiofonico, visti i dettami della radio attuale, ed è ovviamente quello meno interessante: il rock, un po’ black, How’m I Gonna Find You Now. James ha registrato il disco a New Orleans con la produzione di CC Adcock, uno swamp rocker della Louisiana, e di Mike Napolitano, anche ingegnere del suono e collaboratore di Ani DiFranco (oltre che marito della cantante).
Complicated Game è un disco equilibrato, un album di ballate spoglie e desertiche, abbellite da una strumentazione essenziale, come un banjo, il piano (Benmont Tench) oppure altre cose, messe tutte in modo molto parco in ogni canzone. Tra i musicisti coinvolti, oltre a Tench, troviamo Ivan Neville, Warren Storm, Dirk Powell, Derek Trucks (Forgotten Coast), Sam Broussard, Doyle Bramhall II.
Copper Canteen, lenta, coinvolgente, con il banjo di Curtis McMurtry in evidenza, è un ballata classica: la voce si adatta alla perfezione all’andamento lento della canzone, che lascia suggestioni classiche all’ascoltatore. You Got To Me, con Tench e Neville (ma Tench appare anche in diverse altre canzoni), è ancora più classica. Spoglia nel contenuto strumentale, calda è coinvolgente nel suo sviluppo, è unadelle canzoni guida del disco e, al tempo stesso, un brano contenitore di memorie. Ain’t Got a Place, aperta ancora dal banjo, è un’altra slow ballad, ma dal sapore più roots. James si rifà al suo songwriting più classico, ci mette più chitarra e lascia fluire la canzone su una base melodica forte e decisa. Ci sono le atmosfere desertiche, tipiche del suo modo di fare musica e la canzone si lascia ascoltare tutta d’un fiato. She Loves Me è atipica: il tempo lento e la voce calda sono al posto giusto, ma poi la canzone si stacca dal classico train per diventare più folk, con il violino di Dirk Powell e il piano di Tench e riempire il tutto.
These Things I’ve Come to Know è tra le mie preferite. Ha il classico sound di James, ma una struttura leggermente più rock e una melodia molto accentuata di sapore quasi western, resa ancora più palpabile dall’uso della fisarmonica (Powell). Deaver’s Crossing è puro folk: James, il polistrumentista Dirk Powell e Curtis. Una ballata acustica dal sapore antico, quasi rurale, suonata in punta di dita e cantata in modo splendido. Un folkin’ country song. Complicated Game è un disco vario, si prende spazi inconsueti e presenta canzoni, come Deaver’s Crossing che sono abbastanza innovative nel repertorio di James. Long Island Sound, ad esempio, continua su questa linea, con l’uso accentuato di irish pipes (cornamuse), che danno alla canzone un’aura molto irlandese. Bella e solida di suo, Long Island Sound, è un altro racconto che mischia mondi lontani e Texas. Anche Carlisle’s Hall ha il suo carisma, sostenuta da una base acustica, con Powell e Tench protagonisti, oppure la più elettrica Forgotten Coast, in cui appare brevemente Derek Trucks, tanto per citare due canzoni abbastanza diverse. South Dakota e la toccante Cutter chiudono undisco bello, intenso e profondo. Uno dei migliori firmati dal texano silenzioso, James McMurtry.