Interviste

Intervista a Judith Owen

IMG_2666Judith Owen e’ una cantautrice inglese (nata in Galles nel 1969), ma vissuta a Londra, città che ora condivide con quella di adozione New Orleans, dove vive con il marito l’attore/cantante Harry Shearer. Judith è una pianista, singer-songwriter che ha alle spalle ormai una lunga carriera, iniziata negli anni ’90, con ormai una decina di dischi nel suo portfolio e numerose partecipazioni qualificate in tour e dischi di artisti eccellenti come : Cassandra Wilson, Burt Bacharach, Julia Fordham, Richard Thompson e Brian Ferry.

Judith Owen è venuta a Milano per tenere uno show-case di presentazione del suo ultimo disco RedisCOVERed (Twanky Records), uno strano disco tutto di “cover” come dichiara lo stesso titolo, frutto di una scelta personale e controcorrente ed ho approfittato della gentilezza di Morning Bell per incontrarla. 

Infatti Judith ha voluto raggruppare, me lo ha confermato durante una franca e piacevole chiacchierata prima del concerto, canzoni di altri autori ma che lei ha saputo fare proprie perché le sentiva vicine ai suoi sentimenti. Infatti dice: “Sono canzoni che sono diventate mie, che sono importanti per me. Molti fans me lo avevano chiesto, ma ho avuto il tempo da dedicarci solo ora, dopo 4 anni intensi di tour”.

Le chiedo il perché di certe scelte, come le 2 canzoni di Joni Mitchell: Cherokee Louise e Ladies’ Man, le chiedo se ha mai incontrato Joni Mitchell: “ Si, sono molto amica di Larry Kline (che ne è stato il marito) ed ho avuto il piacere di incontrarla, lei era molto brusca e diretta, sono però riuscita a dirle : Ti amo … sei tu la responsabile della mia avventura musicale. Poi mi ha invitato ad una session intima con sole 40 persone, è stato un momento magico!” Le chiedo se ha notizie in merito alla sua salute e mi dice che , dopo aver avuto un aneurisma cerebrale che l’ ha bloccata per anni, pare che ora stia meglio.IMG_2660

In merito invece alla scelta di una canzone cupa come Black Hole Sun di Chris Cornell dei Soundgarden mi dice: “ È una canzone triste perché parla della depressione di cui soffriva Chris e che se lo è portato via, io l’ho scelta perché anche io ho sofferto per anni (come tutte le donne della mia famiglia) di sindromi depressive e ne ho capito la pena e la sofferenza. Ora sto bene grazie alla musica e all’amore e sono grata di essere qui , anche se la musica mi ha aiutato solo in una certa misura, ci sono voluti dottori e medicine. Ma ora la depressione è alle spalle”.

Dico a Judith che la mia cover preferita è Summer Nights (tratta da Grease) mi risponde : “L’ho scelta a Londra in mezzo ad un mazzo di canzoni estive, poi mi sono accorta che poteva avere una valenza diversa, io l’ho interpretata nel ricordo di un’ amore finito, quando sono stata piantata per un’altra e l’ho trasformata in un heart-breaker. Un amore tradito si perdona, ma non si dimentica”.

Anche Hot Stuff di Donna Summer ha subito un trattamento particolare, diventando una sorta di brano jazzy, suonato con una base di violoncello come gli ELO: “Hai proprio ragione è una canzone costruita con uno strano mix , con gli archi classicheggianti molto British, mentre la ritmica e decisamente Americana. Un po’ come sono io, nata in Galles e residente tra New Orleans (che amo alla follia) e Londra”

Ultima domanda sul disco, perché una cover dei Deep Purple di Smoke on The Water? : “ È strano e divertente, quando la canto mi sento piena di amore; mi piace prendere questo  grande rock anthem “machista” e farlo diventare femminile e sexy, però devo dirti che non ho mai capito bene il testo”.

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con Leland Sklar

Le chiedo se ha cominciato a suonare musica classica e come ha iniziato la sua carriera: “Mio padre era un cantante di opera famoso ed io ho vissuto inconsapevolmente una vita esaltante, mi portava con lui al Covent Garden, alla Scala ed in altri teatri dove cantava ed ho avuto l’opportunità di incontrare  molti cantanti famosi, ad esempio Pavarotti. Ma in casa mia si ascoltava qualsiasi tipo di musica : Black Music, Rock, R&B, Blues ed io mi sono nutrita sempre di musica. Ma avevo un grosso problema: ero dislessica per le note musicali, così non ho potuto studiare musica, come avrei voluto e suonavo comunque sempre il piano, ma ad orecchio, e componevo canzoni. Così mi sono iscritta ad un corso di recitazione per diventare attrice, ma un giorno, mentre provavamo una drammatizzazione, l’insegnante chiese se c’era qualcuno che sapesse suonare il piano. Io mi alzai ed eseguii alcune delle mie canzoni, erano canzoni intime, personali; alla fine le mie colleghe di corso piangevano ed una di esse mi suggerì di piantare il corso e di continuare a suonare. Cosa che ho subito fatto! Ecco fu così che cambiò la mia vita, avevo 18-19 anni. Da allora ho capito quale fosse la mia strada ed ho cominciato a suonare, cantare dappertutto: nei bar, nei locali jazz, nelle hall degli hotels.”

Le chiedo quali sono i suoi artisti preferiti: “Jelly Roll Morton, Oscar Peterson, Stevie Wonder, Aretha Franklin, Elton John hanno tutti avuto influenza sul mio modo di comporre, ma amo anche la musica classica, particolarmente Chopin e Rachmaninov”.

Le chiedo della sua esperienza artistica con Richard Thompson: “ L’ho conosciuto negli USA, eravamo nello stesso studio a registrare, quando venne a sentirmi e gli piacque il mio modo di cantare. Mi invitò a prendere parte alle registrazione del suo disco è da lì è nata una grande amicizia, sono andata in tour con lui per tre anni ed ho partecipato a parecchi suoi dischi; Richard è davvero un grande musicista, capace di fare di tutto, lo ammiro!”.

Alla fine anche Judith deve sottostare alla domanda dei 5 dischi per la Desert Island: “Non mi bastano 5, ce ne ho di più, eccoli”:

  1. Stevie Wonder – Songs In The Key Of Life

    Judith con Andrea

    Judith con Andrea

  2. Aretha Franklin – Live In Paris
  3. Joni Mitchell – Night Ride Home
  4. Rachmaninov – Piano concerto
  5. Qualunque disco di Frank Sinatra
  6. Ella Fitzgerald – Sings Cole Porter
  7. Oscar Peterson – Night Train.

Chapeau, Judith, grazie mille, arrivederci presto e grazie!

Ma prima di lasciarci un’ ultimissima domanda, perché quella strana foto di copertina, con il tuo volto coperto dai capelli? : “Bravo Andrea, è una bella domanda! Con quella foto, che contrasta con quella del retro, dove mi si vede, voglio dire che Judith Owen è racchiusa tutta DENTRO le sue canzoni, non nell’immagine che può dare di sé!”.

 

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