Tra qualche mese, il cantante e chitarrista dei Phish, Trey Anastasio sarà chiamato a ricoprire un ruolo particolarmente importante, ed in un certo senso piuttosto scomodo: sostituire Jerry Garcia nella celebrazione del 50esimo anniversario dei Grateful Dead che si terrà il 3, 4 e 5 luglio al Soldier Field di Chicago e che vedrà coinvolti anche i membri originali Bob Weir, Phil Lesh, Mickey Hart e Bill Kreutzmann, a cui si aggiungeranno i tastieristi Bruce Hornsby (già con i Dead dell’ultimo periodo) e Jeff Chimenti.
Non c’è dubbio che Trey Anastasio, lui stesso un deadhead tra il 1980 e il 1984, sia gravato dal maggior carico di pressione, nonostante al momento il chitarrista sia forse l’unico in grado di svolgere un compito tanto arduo: un’impresa in vista della quale ha già cominciato a prepararsi. Queste sono alcune sue dichiarazioni in merito, rilasciate nel corso di un’intervista con David Fricke per la rivista Rolling Stone: «…Garcia era unico nel suo genere … Non ci sono più in giro altri Jerry Garcia, come non c’è un altro Jimi Hendrix o un Bob Marley. Sono tutti allo stesso livello – il più alto livello a cui si possa aspirare in qualità di musicista…».
Riguardo al modo in cui si sta preparando agli show, Anastasio spiega: «...Mi alzo molto presto, quando è ancora buio. Accedo il fuoco nel camino, prendo la chitarra e suono una canzone. Ieri ho fatto Help on the Way (da Blues for Allah del 1975). Ho trascorso qualche ora del mattino provandola, poi l’ho ripresa verso sera…» e ancora a proposito del brano The Wheel «…l’ho imparata nota per nota, l’ho memorizzata. Poi, dal momento che non voglio salire sul quel palco e copiare semplicemente Jerry, la cosa successiva che faccio è suonarla in tutte le 12 chiavi, in modo da interiorizzarla, con l’intenzione di dimenticarla di nuovo…».
Riguardo alle dinamiche uniche dei Grateful Dead, Anastasio sottolinea: «…E’ un lavoro di gruppo. In maniera piuttosto simpatica, Mickey mi ha mandato un libro la scorsa settimana, The Ants (uno studio scientifico di Edmund O. Wilson e Bert Holldobler che ha vinto il premio Pulitzer nella categoria dedicata alla saggistica nel 1991). Parla del concetto di super-organismo, in cui l’individuo non è tanto importante quanto la coscienza collettiva, lo sciame – quante cose si possono realizzare quando si entra a far parte di un gruppo. So solo che noi, nei Phish, quel messaggio l’abbiamo recepito forte e chiaro. E’ quello che abbiamo sempre cercato di fare. Quello a cui volevamo arrivare con tutte quelle prove che abbiamo fatto. Per questo motivo quando salgo sul palco con Phil (nei Phil Lesh & Friends) riesco immediatamente ad entrare in sintonia con quel tipo di musica. In questo senso credo che molta musica jam vada nella direzione sbagliata, diventando solo una questione di a solo…».
Oltre al ruolo di chitarrista, Anastasio dovrà svolgere anche quello di cantante: «…Secondo me, Jerry era uno dei più grandi cantanti Americani. Sapeva come infondere emozione a quelle lente melodie. Bobby mi ha detto: Alcune le canterai tu, alcune le canterà Bruce, alcune le canterò io. In tutte quelle configurazioni (dei Dead) post-Jerry – è sempre stato questo il problema. Non credo che nessuno possa sostituire la voce di Jerry. Adoro la voce di Jerry, adoro queste canzoni. Sono felice di cantare con gioia qualsiasi cosa mi verrà affidata. Ma il mio approccio è che tutti canteranno – pubblico compreso. Loro cantano, noi cantiamo. Tutti conoscono le parole. Le persone hanno un rapporto che dura da tutta la vita con queste canzoni. Quando dico che il mio compito è semplicemente quello di fornire un servizio – intendo alle canzoni, ai ricordi, alla comunità…».