“È musica difficilmente inscatolabile e definibile univocamente quella di Obaro Ejimiwe, in arte Ghostpoet. Quella presente nei suoi dischi è una fusione nucleare in cui, come particelle subatomiche, circolano sound poetry e dub, elettronica e indie rock, il fantasma del Tricky di Pre Millenium Tension e i Radiohead più contaminati, la black music e Lou Reed, senza che nessuno di questi elementi prenda il sopravvento, ma divenendo anzi parti di un mosaico complesso, da decifrare ascolto dopo ascolto”.
Così aprivo, sul Busca di settembre 2017, la recensione di Dark Days + Canapes, l’ultimo, bellissimo album di Ghostpoet. Il quale è passato dal Magnolia di Milano con la sua band (lui compreso, cinque elementi), per un concerto di febbrile intensità, in cui ha dimostrato la potenza e l’originalità della sua musica inafferrabile anche in sede live.
Uno show magistrale, purtroppo partecipato da un pubblico numericamente inferiore non solo alle mie aspettative, ma soprattutto inversamente proporzionale al valore della musica messa in scena. Fatevi un favore: ascoltate i suoi dischi e accorrete a vederlo la prossima volta.
Qui di seguito qualche scatto della serata.