Seguo con grande interesse da alcuni anni uno dei “best kept secrets” del mondo cantautorale italiano: Enrico Bollero. Ho recensito sul Buscadero di dicembre il suo ultimo eccellente disco: Prigioni, suonato per, la prima volta con un proprio gruppo Band Of Brothers, un aggregazione davvero coesa di musicisti di classe.
Il suo percorso artistico mi trova accomunato da una serie di scelte culturali, oltre che musicali, che hanno le radici nel lontano ’68, quando l’afflato libertario e liberatorio delle giovani generazioni pareva davvero in grado di ribaltare ogni tipo di establishment. Purtroppo non è stato così e i tempi odierni sono davvero qui a ricordarcelo con una impietosa quotidianità: le oppressioni sono aumentate e utilizzano nuovi strumenti; le classi dominanti schiacciano un’umanità che non trova più motivi e luoghi di aggregazione.
La cruda nuova canzone di Enrico Bollero e della sua band, L’invito, pare raccogliere le istanze di rabbia, di insoddisfazione, di sofferenza e rivoltarle contro le categorie e le classi dominanti invitandole ad andare… Lascio a voi il piacere di capire dove ascoltando la canzone, una delle migliori e più significative che io abbia sentito ultimamente, guardando al contempo il bel video in stretto bianco/nero, con immagini dure, ma direttamente colllegate all’ inesorabile “wording” de L’invito; video che si apre con una citazione in esergo del padre nobile del cantautorato italiano Fabrizio De Andre’. Chapeau!