ELEPHANT MICAH
Where In Our Woods
Western Vinyl/Goodfellas
***
Astro nascente del nuovo cantautorato indie-folk americano, Joe O’Connell, in arte Elephant Micah, torna con un nuovo album che va a rimpolpare la sua già nutrita discografia. Rispetto al criticamente acclamato Louder Than Thou, Where In Our Woods si pone come disco rarefatto e musicalmente molto asciutto, dalle trame sostanzialmente acustiche, con O’Connell intento a fare tutto da solo, tranne che per le percussioni suonate da Matthew O’Connell (presumo il fratello) e per i controcanti di Bonnie “Prince” Billy. Proprio al canzoniere più intimista di Oldham potrebbero rimandare queste otto canzoni, tutte contrassegnate da un suono minimale, da una forma di ricerca interiore e, al contempo, da una sorta di comunione panteista col paesaggio circostante, specchio della propria interiorità e tratteggiato attraverso un suono che non rinuncia ad una qualità fortemente cinematica. Anche se qualche pezzo più ritmato alla fine è anche presente (l’iniziale By The Canal, Light Side, una Demise Of The Bible Birds che avrebbe potuto far parte del repertorio di Elliott Smith), sono i brani più stilizzati ed impressionisti a risaltare con forza maggiore. No Underground si stende attraverso scelte melodiche improntate alla dolcezza più quieta; la bellissima Albino Animals è ipnotica e come sospesa, con sorde percussioni a fare da sfondo e l’innesto di una melodica a contrappuntare la melodia; altrettanto fascinosa Slow Time Vultures, sette disossati minuti d’intensità, sottolineati da uno scuro bordone di synth; Monarch Gardeners è un lungo flusso ermetico e minimalista; Rare Beliefs una chiusa all’insegna di una rassegnata desolazione. Alcuni ascoltatori potrebbero trovare questo album fin troppo chiuso in se stesso e un pizzico monocorde. Voi dategli tempo, affrontatelo al crepuscolo o alle prime luci dell’alba; saprà essere una perfetta colonna sonora per i vostri momenti di solitaria introspezione.