MOSE ALLISON (1927 – 2016)
Tipo davvero singolare questo nativo del Mississippi, uno di quelli di cui è difficile la collocazione in questo o quello scaffale della nostra mente e dei nostri vinili o surrogati. Tante idee e passioni, tra cui quello del piano e della scrittura di brani, caratterizzati da sfumature ironiche e venature jazz, blues e folk che viaggiano su percorsi del tutto personali.
E Mose ha infatti anche una voce del tutto particolare, sottotono ma graffiante, ironica e amarognola, mai forzata. Le prime incisioni sono della seconda metà dei ’50, per la Prestige, quando tra l’altro scrive anche Young Man Blues, che finirà nelle maglie degli Who. Alle scritture dell’acuto e arguto osservatore, attingono artisti di vario genere: da John Mayall, agli Yardbirds, a Paul Butterfield, Johnny Winter, Elvis Costello, Van Morrison.
Il suo è un carnet di album considerevole, in cui spiccano, numerosi quelli Atlantic, incisi in circa un decennio che va fra la metà dei ’60 e quella dei ’70. Dopo una pausa di qualche anno arriva alla Elektra e poi alla Blue Note. Tutte etichette di prestigio alle quali porta la sua originalità artistica, non adeguandosi al mainstream del momento, o nel seguire i dettami della casa, tanto da non soddisfare mai la brama d’incasellamento dei critici e del business.
Ancora attivo negli anni Duemila, colleziona anche album live che ne testimoniano la verve appena segnata dal tempo che passa. Ma ora anche lui è andato a suonare e cantare da qualche altra parte, e noi torniamo forse ad accorgerci che non era uno qualunque.
https://www.youtube.com/watch?v=bpTSVy3yzts