D’accordo che l’epoca in cui il punk-funk era la musica del momento è probabilmente passata, o che nella stessa sera, a Milano, suonassero anche i forse più modaioli Spoon, però non si può che rimanere basiti di fronte ad un Magnolia pieno solo per metà per il concerto degli !!! (che come tutti sanno va pronunciato Chk Chk Chk). Un peccato davvero, soprattutto considerando il fatto che la formazione americana è una delle più divertenti ed eccitanti live band in circolazione, cosa che ben sa chi li ha visti dal vivo almeno una volta.
Per quanto buoni possano essere i loro album – e lo sono, non soltanto il notissimo Louden Up Now che nel 2004 li rese il nome più chiacchierato del momento, ma anche tutti gli altri, compreso il recentissimo Shake The Shudder, uscito qualche mese fa appena – la dimensione live è infatti la sede più consona e naturale per poter apprezzare la loro proposta musicale, perché è proprio durante i loro febbrili e pulsantissimi show che ci si può scatenare al meglio, ballando e dimenando il culo seguendo un ritmo che non smette mai di picchiare.
Aperta nel migliore dei modi dai vicentini Cactus?, il cui indie-rock, qui e là tinto di fregi electro, è parso sul serio niente male, la serata è stata quindi un trionfo di ballo, grande musica e spasso. Nick Offer, voce e frontman dei Chk Chk Chk, è un autentico animale da palco: non si limita semplicemente a cantare, ma ancheggia e si dimena, balla, arringa e provoca il pubblico con smorfie e mossette, tuffandosi in mezzo ad esso, senza smettere mai di scatenarsi. Al suo fianco, una cantante dalla voce notevolissima quale Lea Lea, ospite non solo nel disco, ma presenza fissa dei live della band, con tutto il suo carico di prorompente sensualità, contagiosa simpatia e, appunto, di una voce dalla potenza soul inebriante.
Alle loro spalle gli altri quatto Chk Chk Chk mettono in piedi con chitarra, basso, batteria e tastiere un incessante battito funk e dance, opportunamente striato d’energia punk e qui e là screziato dagli accenti psichedelici di un’elettrica ficcante e liquida (ad esempio in una stratosferica Heart Of Hearts, autentico gorgo sonoro dal quale farsi risucchiare). Scaletta in larga parte, ma non solo, costruita sul disco più recente, le cui canzoni, soprattutto dal vivo, sono parse eccellenti, a partire da quell’anthem irresistibile e pop che è Dancing Is The Best Revenge (gran pezzo a partire dal titolo), passando per il funky serrato di NRGQ o per il trionfo new-soul di The One 2. Incuranti di una sala lontana dal sold out, i Chk Chk Chk si sono concessi senza remore, inondando un pubblico comunque caldo e partecipe con un’ora e mezza di good vibrations, suggellate dalla cover di Would I Lie To You? degli Eurythmics nel secondo bis.
Certo, mettere giù a parole una musica che è soprattutto fisica può rendere soltanto alla lontana il piacere di un loro show. Facciamo così, la prossima volta che dovessero passare dalle vostre parti, anziché stare in casa, andate a vederli. Non avrete modo di pentirvene!