Trascorro l’attesa del concerto chiacchierando a lungo con Otta, la “mamma” del Biko, simpatica e gentile mi racconta della filosofia di gestione di questo locale ARCI della periferia milanese e delle sue serate dedicate al soul & al funky.
Il locale nel frattempo si è riempito, circa 200 persone si accalcano sotto il palco e ascoltano l’opening eseguito da un bravo cantautore, Lawrence Taylor che solo con la sua elettrica intrattiene il pubblico entrante.
Poi alle 22:30 sale sul palco Allen Stone, con la sua band: Trevor Larkin alla chitarra elettrica, Tyler Carroll al basso, Jason Holt alla batteria, Greg Ehrlich all’organo, Steve Watkins alle tastiere. Purtroppo al concerto milanese non ci sono i fiati, mi dice il tour manager, per motivi di budget, mentre invece c’erano in UK e Francia.
Allen Stone tiene la scena in maniera perfetta, imbraccia la chitarra, che più tardi abbandonerà, e coinvolge subito la platea che non si aspettava altro che una calda serata di soul e funky. Ebbene non ne mancherà per niente; la vocalità di Allen è capace di ammaliare con il suo falsetto e la sua presenza scenica pare davvero maturata in centinaia di serate live.
Dopo aver scaldato l’atmosfera con Upside e Freezer Burn e una Fake Future già cantata in coro con il pubblico, è una lunghissima Contact High che conduce nel cuore del concerto, protratta per oltre 10 minuti di puro funky alla James Brown, con un hand-clapping guidato dal cantante. Segue una Symmetrical Love in cui Allen ricorda a tutti che il suo nume ispiratore è Stevie Wonder, che pare anche imitare nei movimenti frenetici della testa. Poi è la sezione ritmica a prendere il sopravvento con una ritmica alla Meters, nella successiva Naturally, con grande spolvero delle due tastiere. Riprende la scena Allen con il suo falsetto che stavolta ricorda il grande Aaron Neville in Unaware.
Satisfaction è accolta dal boato del pubblico ormai conquistato e che poi si gode una Freedom piena di soul, cantata in coro con Allen a dirigere l’ormai orgiastica platea. Allen ringrazia Milano, dice al pubblico di abbracciare il vicino o la vicina e di cantare in coro tutto abbracciati perché l’unica forza della musica è l’amore e intona Is This Love.
Poi saluta e cerca di andarsene, ma la gente, in gran parte giovani intorno ai 30 anni, con qualche eccezione in crescendo, lo reclama e c’è spazio per un paio di encores, tra cui una bella Voodo che chiude una serata rovente e divertente sia per il pubblico che per i musicisti che mostrano tutta la loro gioia nel suonare insieme.
L’intervista a Allen Stone in occasione della data al Biko di Milano si legge qui: https://www.buscadero.com/allen-radius-stone-un-raggio-di-funk-soul-al-biko/