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Hans Zimmer: come il sogno diventa musica

Hans Zimmer & Friends: Diamond In The Desert
Paul Dugdale
2025, Uk, 158’

Se c’è un film, naturalmente spettacolare, che vi ha fatto sognare e vivere momenti indimenticabili, accompagnati da una colonna sonora in grado di farvi volare più in alto di quanto avreste potuto immaginare, bene, statene certi: si tratta di un film con la soundtrack di Hans Zimmer.

Il compositore, nato a Francoforte nel 1957 (ma ora cittadino USA), è ormai uno dei più affermati score-maker, nonché dirigente dello studio cinematografico DreamWorks. Nella sua carriera ha vinto ben 5 Grammy, 2 Oscar e 3 Golden Globes. Prima, tuttavia, ha avuto una lunga carriera: negli anni ’70 fu tastierista di Ultravox! e Buggles; con i secondi confezionò anche il primo videoclip trasmesso da MTV, realizzato per la celebre Video Killed The Radio Stars (quando si dice la predestinazione!). Nel decennio successivo, entrò a far parte, per qualche anno, degli italiani Krisma (incidendo con loro il singolo Many Kisses, una hit elettropop); poi, incredibile ma vero, collaborò nel 1985 con Claudio Baglioni per il successone di La Vita È Adesso.

Zimmer lavorò a lungo, appunto come compositore, per la BBC, finché Hollywood non lo scritturò, nel 1988, per la OST di Rain Man: qui ebbe inizio la sua scalata al successo, che lo ha portato, come racconta la cartella stampa, a comporre soundtrack per «oltre 500 progetti di tutti i generi, per un complessivo incasso al botteghino di oltre 28 miliardi di dollari». Tra essi cito solo alcuni dei più noti, come TopGun: Maverick, Il Gladiatore, La Sottile Linea Rossa, Inception, Thelma & Louise, L’Ultimo Samurai, Blade Runner 2049, Dunkirk, Interstellar, e mi fermo qui!

Perciò, questo Hans Zimmer & Friends: Diamond In The Desert è davvero imperdibile, perché cattura un concerto, diretto dallo stesso Zimmer, a Dubai, con un’orchestra proveniente da Odessa; è diretto magistralmente da Paul Dugdale (vincitore di un Emmy e più volte in corsa per i Grammy); vede l’inossidabile Jerry Bruckheimer nei panni del produttore esecutivo. Il filmato del concerto è spettacolare, con una resa sonora magnifica, perfettamente fruibile nelle sale cinematografiche che nel solo giorno del 21 marzo proietteranno il film distribuito dalla Nexo Studios (su nexostudio.it trovate l’elenco delle sale), con Radio CAPITAL e MYMovies quali media partner.

Oltre all’orchestra, accompagnano Hans Zimmer (davvero felice nel dirigere e nel suonare in questo contesto live), una band rock con l’eccellente chitarrista Guthrie Govan (Asia, GPS, The Aristocrats, Stephen Wilson), due batteriste spettacolari, almeno altri quattro percussionisti e quattro tastieristi, molte cantanti (menziono soltanto le superlative Loire Cotler e Judith Sephuma), un quartetto d’archi e Tina Guo, una violoncellista elettrica che è una vera frontwoman (nel suo cv, sia grandi orchestre sinfoniche sia potenti metal band, e si vede!).

Zimmer, oltre al presidio del wall-of-synth alle sue spalle, si prende cura di chitarra e basso; rinunciando poi al grand piano, mette al centro della scena un piano verticale, quasi a sottolineare la semplicità delle sue linee melodiche, che però, poi, esplodono quasi sempre in un parossismo ritmico davvero esaltante.

Il concerto si apre con uno spettacolare filmato dove Loire Cotler canta in solitaria, ripresa nel deserto degli Emirati (con rimando al Dune di Denis Villeneuve), fino a quando il palco della Coca-Cola Arena non si spalanca improvvisamente per il tema di Inception. Segue quello di Superman: Man Of Steel, con Zimmer al piano verticale, l’orchestra in crescendo e un bell’assolo di slide. Veniamo poi riportati nel deserto, dove in una notte magica la sublime Lisa Gerrard, con tutti i musicisti posti in cerchio intorno a lei, ci porta nel mondo lontano di Il Gladiatore. Non manca un lungo brano che ingloba i vari temi delle soundtrack dei Pirati Dei Caraibi e la sequenza continua con quelli di The Dark Knight (nelle interviste, Zimmer ricorda come i 3 film della serie su Batman gli siano costati 12 anni di lavoro), sempre con il «direttore d’orchestra» a manipolare il proprio muro di synth.

Il film si conclude con due capolavori: il tema di Interstellar eseguito, in formazione ristretta, nell’immaginifica location della cupola stellata di Al Wasl Plaza, all’Expo-City Dubai, dove glitch di luce donano alla musica di Zimmer la spazialità proposta dal film. Il secondo è una sarabanda fantasmagorica di suoni, luci, ritmi tribali, canto esotico garantito dal grande Lebohang Morakee tutta l’orchestra (coadiuvata da decine di percussionisti che danzano nell’arena) scatenata sotto giochi di calde luci africaneggianti, in 10’ di rivisitazione del tema di Il Re Leone.

Ultimi fotogrammi con Hans Zimmer che suona il piano sulla terrazza circolare, sospesa sul vuoto, della Torre degli Arabi (Burj Al Arab), a oltre 300 metri di altezza: la sua musica, vi assicuro, vola molto più in alto.

Durante la pellicola (quasi 3 ore), ai brani si alternano interventi di ospiti vari — Billie Eilish, Jerry Bruckheimer, Johnny Marr, Pharrell Williams, Timothée Chalamet e molti altri — che dialogano, in rigoroso b/n, sulla bellezza della relazione tra le immagini dei film e la musica di Hans Zimmer.

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