Foto Gage Skidmore https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0

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L’altra metà del Soul ci ha lasciati: Samuel David “Sam” Moore, 1935-2025

Anche Sam Moore, la metà del mitico duo Sam & Dave, se n’è andato agli inizi del nuovo anno raggiungendo il suo partner Dave Prater, morto nel 1988 in un incidente automobilistico. Nel paradiso del soul gli avranno sicuramente fatto un concerto di benvenuto, visto che ormai la mitica generazione che ha inventato la soul-music lo ha pian piano anticipato.

Sam & Dave raggiunsero l’apice delle chart proprio con l’indimenticabile Soul Man del ’67 (nel 1986, in occasione della colonna sonora del film omonimo, lo stesso Sam ne darà una spettacolare rilettura in compagnia di Lou Reed) e il loro successo, insieme a quelli di Otis Redding e ArethaFranklin, contribuì alla diffusione della musica afroamericana anche presso il pubblico giovanile dei bianchi, rompendo così il muro che divideva la race-music dal pop e dal rock.

Sam era il tenore del duo, mentre Dave ne era il baritono: si incontrarono nei primi ’60, ma tutti e due avevano lo stesso retroterra musicale, partito dal gospel, e vivacchiarono finché due (già) mostri sacri come Ahmet Ertegun (boss dell’etichetta Atlantic) e Tom Dowd (produttore leggendario) li misero sotto contratto, affidandoli però alla Stax Records (distribuita dalla stessa Atlantic). La scelta si rivelò vincente, perché alla Stax il duo trovò un’altra coppia di grandi musicisti e produttori, Isaac Hayes e David Porter, e soprattutto una clamorosa house-band come Booker T. & The M.G.’s, affiancati dai fiati degli altrettanto incredibili Mar-Keys.

La storia del soul e del R&B ha dimostrato come si fosse verificata una combinazione a dir poco perfetta, che non poteva non portare Sam & Dave al successo. Il quale, con rara puntualità (non sempre è stato così automatico) arrivò, grazie anche agli arrangiamenti del co-proprietario della Stax, Jim Stewart. Fino alla fine dei ’60, Sam & Dave entrarono nello stardom R&B e soul con molti singoli — Soul Man, Hold On, I’m Coming, When Something Is Wrong With My Baby, I Thank You, You Don’t Know Like I Know — nelle posizioni apicali delle classifiche: superarono persino artisti come Otis Redding, James Brown e Wilson Pickett, rimanendo secondi solo ad Aretha Franklin.

In aggiunta, Sam & Dave erano uno dei più infuocati live-act del periodo, tanto che vennero chiamati The Sultans Of Sweat o The Dynamite Duo. Molti musicisti hanno riconosciuto di essere stati influenzati da loro: Bruce Springsteen (con cui Sam collaborò per Human Touch), Al Green, Steve Van Zandt e soprattutto i Blues Brothers, che negli anni ‘80, anche con la loro cover di Soul Man, contribuirono a rilanciare il soul e il R&B, tanto che Sam, oltre a comparire nel film Blues Brothers 2000, si unì pure alla Elwood Blues Revue insieme a Dan Aykroyd & The Blues Brothers.

Il duo rimase unito più o meno fino al 1981, anche se il ritorno all’Atlantic nel 1969 di fatto ruppe la magia del periodo Stax. La carriera solista di Sam, inoltre, continuò sebbene il richiamo del pubblico fosse sempre teso a incoraggiare le esibizioni del duo. Nel 1992, Sam & Dave ricevettero la nomination alla Rock & Roll Hall Of Fame: Sam portò sul palco sia Hayes sia Porter, riconoscendo l’importanza del loro ruolo nel suo successo.

Sam registrò anche diversi album da solista, tra cui ricordo solo Overnight Sensational del 2006 (con Springsteen, Mariah Carey, Sting, Jon Bon Jovi, Eric Clapton e Billy Preston) e il Boss lo volle come ospite nel suo show natalizio del 2003, in quel di Asbury Park. Uno degli ultimi momenti di gloria lo ebbe nel 2009, al concerto per il venticinquesimo anniversario della Rock & Roll Hall Of Fame, durante il quale eseguì i suoi due più importanti successi — Soul Man e Hold On, I’m Coming — insieme a Springsteen e alla E Street Band (a ulteriore testimonianza della stima del Boss nei suoi confronti). Inutile dire che, nel 2022, Springsteen lo chiamò a collaborare su Only The Strong Survive, il suo disco soul.

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