È intitolata come l’Ep di quattro brani che hanno pubblicato appena qualche giorno prima, il 18 ottobre, lo spettacolo che i Calibro 35 hanno preparato per l’edizione 2025 del JAZZMI, la rassegna milanese dedicata a jazz e dintorni, che proprio in questi giorni si sta svolgendo e che proseguirà con una miriade di diversi appuntamenti fino al 13 novembre. Presentato da Ponderosa e JAZZMI, appunto, Jazzploitation è introdotto, sulle schermo posizionato alle spalle dei musicisti, con questa sentenza: «Ogni riferimento a generi musicali esistenti è puramente casuale».
La frase, ironica al punto giusto, riesce nell’intento di spiegare con pochissime parole quelli che saranno i contenuti della serata: la tipica dicitura, riveduta e corretta, che appare tra i titoli di coda o di testa di moltissimi film, aggiunta al titolo che hanno dato all’esibizione, infatti, ci fa capire che i Calibro riprenderanno musiche più o meno d’ascendenza jazz, ma saranno portate nel loro più classico universo sonoro, dove, inevitabilmente direi, ci sarà tanto, tantissimo cinema.
Si tratta di un gioco ovviamente, di un pretesto per addentrarsi ulteriormente in territori che la band, negli anni, ha scandagliato in lungo e in largo, andando sempre un po’ più in là, senza fermarsi unicamente a quell’indiavolato funk, memore delle colonne sonore dei poliziotteschi all’italiana, con il quale erano partiti. È chissà se quella di stasera è stata una serata unica e speciale o sarà la base del tour che intraprenderanno nel 2025? Staremo a vedere.
Intanto, al Teatro dal Verme, in pieno centro a Milano, ad attenderli c’è un tutto esaurito o quasi. Come detto altre volte, l’acustica del posto è assolutamente perfetta e, visto anche il grado tecnico di cui sono in possesso i quattro Calibro 35, poterne apprezzare ogni sfumatura al meglio è indubbiamente un valore aggiunto, che rende ancor più imperdibile il concerto.
Il repertorio scelto dalla band è assolutamente vario e articolato e va molto oltre i quattro brani presenti nel citato EP. A rendere il tutto ancora più affascinante, poi, ci sono i bellissimi e ipnotici visuals proiettati sullo schermo alle spalle dei musicisti, opera del giovane ma bravissimo Matteo Castiglioni, i quali sono basati sia su eleborazioni caleidoscopiche dei quattro che suonano, sia su pattern visivi realizzati a partire, credo, da immagini cinematografiche. Un lavoro eccezionale, sicuramente parte integrante fondamentale, al pari della musica, dello show.
Il quale comincia con la Chameleon di Herbie Hancock, con Fabio Martellotta qui bravissimo a guidare il tutto alle tastiere, al posto dell’usuale chitarra, con la quale però si cimenterà a ripetizione, mentre i suoi compagni gli giocano attorno con la solita incredibile abilità. Dicevamo di un repertorio ampio e variegato: si va da Ascensour pour l’échafaud di Miles Davis (dal capolavoro di Louis Malle) a Gassman Blues e Chaser di Piero Umiliani, da pezzi che fanno parte del loro repertorio abituale (Pioggia e cemento, ArchiZoom, A Future We Never Lived, Universe Of 10 Dimensions) alle morriconiane Trafelato e Buone Norizie, dalla Nautilus del tastierista jazz Bob James a Coffy di Roy Ayers e altro ancora, tutte ricondotte a qualcosa che, magistralmente, suona Calibro 35.
A testimonianza della libertà d’azione del quartetto, però, in scaletta arrivano pure una fenomenale Vitamin C dei Can, con Enrico Gabrielli, non pago di dividersi fra sax, tastiere e flauto, protagonista di una bella prova vocale; il celebre tema di Mission Impossible di Lalo Schifrin, chiaramente reso ancor più dinamico; Discomania, sì, proprio la sigla finale di 90 Minuto (ancora di Umiliani); persino la Lunedì Cinema di Lucio Dalla e gli Stadio, col bassista Roberto Dragonetti bravo a prendere il posto del mitico Lucio e Fabio Rondanini efficace come sempre a dargli la giusta spinta funky.
Concentratissimi per buona parte dello show, i Calibro 35, compreso il produttore e supervisore del suono di sempre Tommaso Colliva, nel finale si lasciano definitivamente andare e, anche su insistenza di uno nel pubblico, chiudono le due ore di show con la loro classica Bovisa, mandando a casa tutti soddisfatti. Sempre una garanzia, insomma!