Recensioni

David Bowie, Rock’n’roll Star!

DAVID BOWIE
ROCK’N’ROLL STAR!
PARLOPHONE/WARNER BROS
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L’album targato 1972 The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars (meglio conosciuto come Ziggy Stardust) non è solo uno dei più famosi e più belli di David Bowie, ma è anche il lavoro che ha visto il suo status di rockstar aumentare a dismisura rendendolo uno dei musicisti più popolari al mondo, nonché l’epilogo della prima parte della sua carriera in cui veniva evidenziata la sua grande passione, quando non ossessione, per lo spazio e le storie inerenti alle creature aliene. Non poteva dunque mancare, visto che era già stato fatto per i dischi precedenti, un cofanetto costruito intorno alle sessions di quell’album, intitolato Rock’n’Roll Star! e che con i suoi cinque CD e singolo BluRay (e la solita spettacolare confezione corredata da uno splendido libro) è per ricchezza e spessore dei contenuti il migliore dei quattro box usciti finora.

Una valanga di tracce di cui parecchie inedite, che vanno dai primi demo del 1971 fino alle sessions vere e proprie con gli Spiders From Mars (l’inseparabile chitarrista Mick Ronson, Trevor Bolder al basso e Woody Woodmansey alla batteria), con l’aggiunta di brani registrati per la BBC ed alcuni pezzi dal vivo. Un’opera da leccarsi i baffi per i molti fans del Duca Bianco, che inizia con il primo CD che mette in fila una serie di demos e prime versioni incise tra San Francisco, Londra e Beckenham dal solo Bowie voce, chitarra e piano, in cui troviamo diversi futuri classici in embrione come Lady Stardust, Ziggy Stardust e Starman (quest’ultima in due versioni, con la seconda che presenta una slide guitar che sparirà nella take definitiva), oltre all’inedita So Long 60s che si evolverà in Moonage Daydream. In aggiunta, tre versioni alternate con gli Arnold Corns (backing band di Bowie durata pochissimo), tra cui il rarissimo singolo di Moonage Daydream, ed altrettanti rehearsals già con gli Spiders che comprendono il rock’n’roll di Sweet Head, canzone che vedrà la luce solo 18 anni dopo.

Il secondo e terzo dischetto si occupano di varie BBC sessions senza pubblico (e non tutte inedite), registrate per le note trasmissioni Sounds Of The 70s e The Old Grey Whistle Test con DJ leggendari come John Peel e Bob Harris, una pletora di brani finiti su Ziggy Stardast (con qualche ripetizione) del calibro di Five Years, Suffragette City, Rock’n’Roll Suicide, Ziggy Stardust (splendida quella sul terzo CD), Hang On To Yourself e Moonage Daydream, uniti ad altri classici bowiani come Andy Warhol, una Space Oddity acustica, Changes, Oh You Pretty Things, un’ottima Queen Bitch e due energiche e riuscite cover dei Velvet Underground, Waiting For The Man e White Light/White Heat; per chiudere con la famosa performance di Starman a Top Of The Pops, talmente riuscita che all’epoca venne vista come un punto di svolta nella carriera del nostro. Il tutto suonato con gli occhi della tigre dagli Spiders e con David in forma notevole in ciascun brano.

Il quarto CD parte con quattro outtakes molto interessanti: una robusta Round And Round di Chuck Berry, il futuro lato B Velvet Goldmine (gran pezzo, obiettivamente sprecato come retro di un singolo) e due rifacimenti di canzoni uscite nel ’71, The Supermen e Holy Holy. Dopo le due single versions di Starman e John, I’m Only Dancing, ecco l’unica vera porzione di concerto davanti ad un pubblico del box, cinque brani suonati a Boston nell’ottobre del 1972 (i soli di quello show sopravvissuti ad un possibile live album), con due eccellenti Changes e Life On Mars? e un’intensa rilettura per voce e chitarra di My Death di Jacques Brel.

Sul quinto dischetto altre sedici outtakes, molte delle quali inedite, tra le quali vanno segnalate una early version davvero pimpante di Hang On To Yourself, due takes alternative ma ugualmente belle di Star e Lady Stardust (specie quest’ultima, una tra le ballate più sottovalutate di Bowie), le unreleased Shadow Man, profonda ballad elettroacustica, ed il limpido folk-rock di It’s Gonna Rain Again, il travolgente rock’n’roll di Sweet Head ed una buona cover di I Can’t Explain degli Who.

Infine il BluRay, solo audio, che ripropone una selezione di brani dai cinque CD (ma senza quelli alla BBC) ed è anche l’unico a presentare l’intero album Ziggy Stardust così come era uscito all’epoca, usando la rimasterizzazione del 2012.

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