Recensioni

Simone Cristicchi, Dalle Tenebre Alla Luce

SIMONE CRISTICCHI
DALLE TENEBRE ALLA LUCE

DUEFFEL DI FRANCESCO MIGLIACCI-ADA MUSIC ITALY
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Non enumereremo la serie di riconoscimenti che negli anni ha conquistato Simone Cristicchi, cantante/compositore/attore che da ben più di vent’anni illumina della sua umana poesia. La sua presenza artistica nobilita questo tempo feroce. Finalmente, in alternativa ai suoi più che pregevoli spettacoli teatrali, un album di canzoni, quasi di preghiere, dedicate alla bellezza e alla solidarietà, in cui le parole si compenetrano nella melodia, anche quelle declamate.

Ogni attimo levita nel suo peso leggero, nulla viene detto invano. L’apporto vocale di Amara, Francesco Musacco e Maurizio Filardo che contribuiscono con i loro strumenti, dà vita alla felice riuscita di un lavoro che arriva alle più profonde corde, senza mai cadere nella didascalia. Compagno di viaggio di tutte le anime perse, Simone le canta nell’iniziale Il Clandestino, la cui musica si deve a Filardo.

Da questo brano in poi anche la parte musicale, oggettivamente subalterna ai testi, non perde un colpo e conferma quel talento melodico che Simone ha sempre incarnato. Facilmente intuiamo il termine che in Cerco una parola assume un significato universale, unico cemento nelle relazioni fra gli uomini. Cade sottolinea lo stile così caratteristico dell’autore romano e si avvale del contributo vocale di Amara, con- figurandosi come canzone bellissima in sé, di più, una canzone di alta poesia, per ogni caduta che apre a una rinascita. 

Un altro noi è più semplice, trasparente di quel pensoso ottimismo che percorre tutta la produzione del Nostro. Poi Credo è autentica recitazione, dove Cristicchi, palesemente ricorda che ogni uomo affronta la sua giornata, ogni volta come se fosse la prima. Fulcro dell’album. Sette miliardi di felicità ribadisce l’unicità di ciascuna creatura, qui entro un motivo spensierato, secondo una leggerezza esistenziale che da sempre si confà a Simone. Come non pensare all’indimenticato messaggio di Herbert Pagani?

Un’opera consacrata alla scoperta della bellezza, alla sua tutela e allo stupore di cui essa investe chiunque la sappia percepire. Con un gusto quasi orientale nell’arrangiamento, I tuoi occhi ribadisce il concetto che conoscere sia vedere. Con Tornasole pensiamo al valore dell’innocenza e alla libertà degli aquiloni. Quasi improvvisata, spoglia e efficace.

Ma è negli ultimi due pezzi che un’arte aperta al più ampio degli slanci, eleva, se mai si possa, la qualità di questo prezioso lavoro. L’intima Accade ha un taglio che definirei anche alla Kipling, un diario del cuore che apre una porta sull’immenso. Accompagnata da un sensibile pianoforte, sottolinea il valore dell’accettazione. Recitata, con espressioni che arrivano prima al cuore che alla mente. Dalle tenebre alla luce accompagna in un viaggio di speranza, poiché la distanza fra il buio e la luce è nulla. Gli interrogativi non lasciano un momento di sosta, ma come Simone assicura la risposta potrebbe venire dagli alberi.

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