Tornano in Italia per una serie di date i pionieri dell’elettronica e alfieri della cosiddetta kosmik music. I Tangerine Dream sono attivi dal 1967 e hanno avuto tra le loro fila alcuni dei musicisti più significativi di quell’ondata, musicisti che si sono fatti conoscere in tutto il mondo ed hanno influenzato, spaziando dai toni avanguardistici iniziali a soundscapes più onirici e di presa, non poche correnti musicali dei decenni a venire. Tra questi musicisti il nome più significativo da ricordare resta quello del fondatore, Edgar Froese, che ci ha lasciato alcuni anni fa, cedendo il testimone della leadership a Thorsten Quaeschning, collaboratore del gruppo già da molti anni. Lo abbiamo intervistato, mentre impegnato a Londra, pochi giorni prima del loro arrivo in Italia per il loro Tour From Virgin to Quantum Years 2024, che li vedrà esibirsi sui palchi di Napoli, Bologna e Milano.
Ciao Thorsten, sappiamo del nuovo tour e delle date italiane, e immagino tu sappia che qui da noi c’è ancora molto attaccamento al tuo gruppo, la base di fans è ancora ampia…
Sì, e ne siamo contenti, così come possiamo verificare che anche le nuove generazioni, se vogliamo parlare di Spotify, nutrono molto interesse nella nostra proposta. Credo di poter dire che la nostra schiera di seguaci sia abbastanza trasversale a livello generazionale, e questo ci fa molto piacere. Devo comunque riconoscere che in Germania chi ci segue è un po’ più vecchio (ride), mentre i paesi del sud Europa sono quelli che ci mostrano una audience più allargata. Abbiamo suonato recentemente a Porto davanti ad un pubblico di circa seimila persone, è stato fantastico!
Hai spiegato più volte che la dimensione live per i Tangerine Dream è essenziale per il vostro organismo, come siete passati attraverso la burrasca Covid?
Sai, se possibile, il periodo pandemico ha avuto almeno un paio di cose buone: noi abbiamo passato molto tempo insieme in studio concentrandoci su molti dettagli e facendo delle sessioni praticamente tutti i giorni, così come abbiamo avuto anche diverse sessioni in streaming passando molto tempo a comporre.
Thorsten, tu ti sei unito al gruppo nel 2005 (ndr: mi corregge dicendomi che era già presente da un paio d’anni prima per alcune registrazioni) e quindi nel tempo Hoshiko Yamane vi ha raggiunti nel 2011 ed infine, ultimo arrivato, Paul Frick dal 2020. Ci spieghi brevemente come il tutto è accaduto?
Sì, è stato verso il 2010 che ho conosciuto questa musicista di violino (Hoshiko) in un club che proponeva musica molto d’avanguardia, se torniamo indietro nel 1967, all’epoca di Electronic Meditation, il cantante del gruppo, Charlie Prince, suonava anche il violino e così ho pensato, dopo che ci si è conosciuti, beh invitiamola e vediamo se funziona o no. A quell’epoca avevamo anche altri strumenti per così dire tradizionali, come basso, chitarra e sax. Con Hoshiko ha funzionato, e l’idea è stata quella di tornare alle sonorità di un tempo, più elettroniche. Il suono del suo violino oggi può essere trasformato in quello di altri strumenti, come ad esempio il Mellotron. Questo ha funzionato davvero molto bene! Per quanto riguarda Paul, l’ho incontrato alla fine degli anni ’90 in un’università musicale e lui stava già occupandosi di composizione classica e di musica elettronica, poi ci siamo persi per molti anni. Reincontrandoci, ci siamo detti: ma ci conosciamo? Lui aveva all’epoca (fine ’90) una barba enorme e io, beh, avevo un look davvero gotico (ride). Abbiamo iniziato a collaborare in alcune sessions di studio e il tutto ha funzionato molto bene. Lui partecipava alle lunghe sessions di fine concerto dove la nostra performance si basa sull’improvvisazione del momento, solo decidendo tempo e chiave al momento. Lui è entrato perfettamente nella creazione di questa free form music, non è esattamente improvvisazione ma è musica elettronica composta in quel momento e che risente dell’ambiente e delle vibrazioni che ne fanno parte in quel momento. Paul si è integrato perfettamente da allora e quindi la decisione di far parte del gruppo.
I Tangerine Dream sono conosciuti anche per aver inciso un numero veramente enorme di dischi, molti più di cento ed io stesso credo di essere riuscito a sentirne non più di metà, che credo onestamente sia già un buon risultato (ride, dicendosi d’accordo), potresti descriverci come, secondo te, si è evoluta la musica del gruppo durante tutti questi anni?
Credo sia stato un processo graduale, già a partire da Meditation, rispetto a quanto seguito dopo, Atem e Zeit, puoi già segnare una red line che li distingue, se poi passi da Zeit ad Underwater Sunlight(1986) ti accorgi che sei alle prese con una band totalmente diversa. Tra metà anni ’70 e fino agli ’80 sono stati introdotti strumenti e suoni nuovi, si è passato su melodie più semplici, quasi pop, a quell’epoca i componenti suonavano linee melodiche più semplici, ma ha funzionato. Negli anni ’80 la tecnologia aveva dato più opportunità per apportare delle modifiche. Andando avanti con gli anni troverai molte altre red lines, ma onestamente non sono un grande fan di quanto accaduto negli anni ’80. Gli anni ’90 hanno portato ulteriori cambiamenti con suoni che non era possibile ottenere nell’epoca analogica. In fondo ci si poteva fermare a quell’epoca e vivere con il grosso bagaglio di musica già composto, in realtà e più coraggiosamente ci siamo portati avanti, abbiamo cercato di esplorare nuovi territori, magari qualche volta sbagliando, ma ci abbiamo provato, e continuiamo a studiare ed evolverci.
Parlando degli ultimi due album di studio, Quantum Gate e, ancor di più, l’ultimo Raum(2022), che mi è piaciuto particolarmente: so che in entrambi i casi, specialmente nel primo, lo spunto di partenza per molti brani derivava da idee ed appunti musicali lasciati da Edgar Froese. Questa è stata ed è una grossa opportunità ed in più tu sei colui che Edgar ha scelto come Leader per continuare la storia del gruppo. Lui è stato ed è tutt’ora uno dei maestri riconosciuti della musica elettronica a livello globale. Puoi spiegarci come avete agito, sappiamo che c’è molto materiale che Edgar ha lasciato…continuerete a lavorare su questo materiale?
Sai, io sono di estrazione classica e qualsiasi cosa ho imparato sulla musica elettronica dopo è stato grazie ad Edgar, programmare uno step sequencer ad esempio. Io ero un semplice bassista che faceva musica tradizionale. È stato fantastico averlo come maestro per tutto questo: ci sono così tante procedure elaborate all’interno del suo processo di lavoro e composizione e siamo stati per tanto tanto tempo a vivere nella stessa casa! L’idea dietro questa musica è sempre stata sua. Lui era sempre alla ricerca di suoni mai sentiti, anche se probabilmente non sono rimaste molte melodie inascoltate nel mondo delle sette note (ride). Abbiamo molti sketches ed arrangiamenti che Edgar ci ha lasciato e noi lavoriamo ancora su questo materiale, anche grazie al melodyne (ndr: device modernissimo che dà accesso alle singole note di una struttura polifonica, molto in uso anche presso altri artisti, vedi ad esempio Peter Gabriel) che è davvero magico, quasi stregonesco. Funziona molto meglio di altri programmi e ci permette di cambiare le note per farle sposare con le nostre scale. Si possono cambiare le singole note quando le stesse non funzionano all’interno di una struttura, è davvero qualcosa di incredibile. Questo significa molta più libertà e ci permette di lavorare meglio sul materiale lasciato da Edgar. Sai, lui era una persona molto organizzata e metodica nella vita, ma non era esattamente così dal punto di vista artistico (ride), non è facilissimo entrare nel suo materiale, spesso chiamava i file con lo stesso nome (ride di gusto), quindi dovevamo cercare i files per data e non per nome. Di nuovo: è stata sua l’idea di ritornare ai sequencer ed all’elettronica più pura, allontanandosi dagli strumenti tradizionali che si sono usati per anni.
La tua risposta ha in qualche modo anticipato la mia nuova domanda: è chiaro che la musica dei Tangerine Dream è legata a doppio filo all’evoluzione tecnologica, sintetizzatori, strumenti, devices, quali sono i due o tre più importanti che ora voi state usando e sui quali vi focalizzate di più? Ad esempio parlavi del software Melodyne…
Sì, da un punto di vista di software, si può dire che usiamo tutto, oltre a Melodyne, ad esempio, usiamo Cubase, dal punto di vista degli strumenti un esempio è MIDI modular system, che è molto importante, e poi mini moogs e altri. Il MIDI è stato usato molto da Edgar negli ultimi anni, abbiamo brani registrati da lui con Jean Michel Jarre, e li possiamo separare, che è bellissimo perché riesci a riconoscere il carattere di chi ha composto.
Parlando dei prossimi concerti, capiamo che gli stessi saranno sostanzialmente divisi in due parti, dove nella prima vi sono brani che arrivano dall’epoca Virgin, ed una seconda parte più legata all’improvvisazione in loco. È corretto?
Sì, diciamo che la parte principale abbraccia la musica che va dal 1974 sino al 1986 ed inoltre materiale degli anni ’00 sino ad oggi. La seconda parte è davvero creata sul momento.
Producete molto e siete molto ben conosciuti anche per le colonne sonore e altri media come video games; abbracciando tutti questi campi, ci sono progetti specifici su cui state lavorando e che usciranno nel breve-medio termine?
Abbiamo iniziato a registrare del nuovo materiale che sarà parte del prossimo album, che ci aspettiamo uscirà nel 2025, e questo anche se saremo pronti per l’autunno, date le varie necessità legate ai singoli anelli che fanno parte della catena per raggiungere il risultato finale, vedi ad esempio le tempistiche legate alla produzione dei dischi fisici. Ci sarà anche una nuova colonna sonora, per un film importante, anch’essa già iniziata, ma la cui uscita immagino avverrà sempre il prossimo anno, e qui ancor più non dipenderà da noi, potrebbe prendere più tempo
Sicuro che i vostri fans saranno contenti di leggere che ci sono lavori in corso, Thorsten, grazie per il tempo che ci hai dedicato e aspettiamo di vedervi in Italia!
I Tangerine Dream saranno il 26 giugno al BOtanique Festival a Bologna (per info: sito), il 27 a Napoli al Duel Beat Club e il 4 luglio al Festival Worm Up di Milano, che si svolgerà al Teatro dal Verme (per info: sito)