Foto © Lino Brunetti

In Concert

…a Toys Orchestra live a Milano, 4/4/2024

Non bisognerebbe mai commentare quanto fatto dai colleghi, ma sono rimasto abbastanza basito leggendo alcune recensioni che hanno accolto con una certa sufficienza il ritorno degli …a Toys Orchestra dopo un’assenza di sei anni. È vero che il modo in cui ci si approccia alla musica e all’arte in generale è inevitabilmente filtrato da un sentire soggettivo e da una serie di variabili potenzialmente infinite, ma in questo caso, davvero, non mi capacito di come non ci si possa semplicemente emozionare di fronte a un disco quale Midnight Again, grandioso dal punto di vista melodico e strabiliante da quello degli arrangiamenti, un disco che affonda mani e piedi nel classicismo pop rock, stavolta più americano del solito, filtrando il tutto attraverso la propria scrittura e personalità, senza cercare di essere necessariamente innovativo e a là page (non è una colpa), ma scrivendo ed eseguendo grandissime canzoni, da sempre la cosa che conta di più, una cosa che, in un’epoca in cui pare più importante l’atmosfera che la scrittura, è quasi rivoluzionaria.

Come prima cosa, quindi, non date retta a chi vi dovesse descrivere Midnight Again come un disco manierista e derivativo e, come seconda cosa, non perdetevi la band campano/bolognese se dovesse passare dalle vostre parti. Un po’ alla volta le date si stanno aggiungendo e, sicuramente, nei prossimi mesi avrete occasione d’incrociare la vostra strada con la loro. A dimostrazione che la cosa meriti d’essere fatta, il concerto che i Toys hanno tenuto il 4 aprile a Milano, in un Arci Bellezza giustamente stipato con un pubblico entusiasta e partecipe.

Prima di loro, su un palchetto improvvisato in fondo alla sala, immagino per la difficoltà ad operare un cambio palco in maniera rapida, un altro paio di band italiane. Gli Oodal arrivano da Firenze e hanno alle spalle un esordio uscito per Santeria l’anno scorso. Il loro è un pop elettronico moderatamente cupo, caratterizzato dalle melodie cantate da Gaia Burgalassi e da un tessuto strumentale non del tutto ligio ai dettami del genere. Nulla di sconvolgente, ma neanche male.

Meno interessanti ho trovato i milanesi The Leaf, in procinto di pubblicare il loro secondo album. Su disco non li ho sentiti, ma a primo ascolto, il loro alt-rock anni 90 non mi è sembrato granché originale, né dal punto di vista sonoro, né da quello della scrittura, e questo nonostante la grinta messa in campo dalla cantante Gloria Galeno. È anche vero, e il discorso vale anche per gli Oodal, che la situazione da showcase non era forse quella ideale per farsi un’idea della loro proposta in maniera del tutto realistica.

Tutt’altra storia quando sul palco, quello vero, salgono gli …a Toys Orchestra. Enzo Moretto si siede al piano elettrico per la prima strofa di Wake Me Up, prima di spostarsi alla chitarra per il primo cambio di strumento musicale che un po’ tutti i membri della formazione faranno durante lo show (tutti suonano di tutto). Il brano, assieme alla seguente Welcome To Babylon, scalda bene l’atmosfera, che in effetti è praticamente rovente, non solo perché l’audience si rivela fin da subito entusiasta, ma anche perché fa proprio un caldo bestiale.

La musica non può far altro che far aumentare la temperatura ulteriormente, soprattutto quando inziano ad arrivare i brani del nuovo disco, che si rivelano splendidi anche nella versione più rockata, distorta ed energica live, e che costituiscono l’ossatura della scaletta. Anche le ballate diventano più intense e pulsanti, mentre i momenti più elettrici si beano sia del magnetismo di una formazione dal suono stratificato – in alcuni pezzi sono in sei, quando sul palco sale un chitarrista aggiunto – che delle armonie vocali perfette, ad avvolgere la voce di un Moretto impeccabile, sia come vocalist che come frontman.

Fondamentale, direi, l’ingresso in formazione di Mariagiulia Degli Amori, bravissima a muoversi tra tastiere, basso, voce e persino la batteria e a riempire gli spazi lasciati da una Ilaria De Angelis in formissima e molto divertita e dalla notevole sezione ritmica formata dal bassista Raffaele Benevento (anche alla chitarra) e Alessandro Baris (pure lui non solo alla batteria). Paiono tutti molto emozionati e contenti di essere tornati a suonare dal vivo e, anche se è una delle primissime date del tour, tutto suona già rodatissimo, grazie anche allo scambio di energia che c’è tra chi sta sopra e sotto al palco.

Tra i brani nuovi mi pare giusto segnalare Life Starts Tomorrow, che anche senza i fiati ha spaccato lo stesso, le bellissime Hallelujah e Take Me Home, una devastante Our Souls. Non sono mancati comunque i brani dai vecchi album, con alcuni classici concentrati nel bis, da Midnight Revolution alla sempre irresistibile Celentano, per chiudere con Powder Of The Words (afflitta da qualche problemico tecnico) e la splendida Lub Dub, chiusa perfetta col suo inizio quieto, pronto però a esplodere in autentica tempesta elettrica. 

Uno dei luoghi comuni più triti di sempre dice “eh, se fossero inglesi o americani”, ma la verità è che, anche all’estero, di band così non è che ce ne siano così tante. Fatevi un favore: ascoltate gli …a Toys Orchestra e andate a vederli dal vivo.

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