Foto © Radio Raheem

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È morto Teo Segale

Quando ieri pomeriggio mi è arrivata la notizia della scomparsa di Teo Segale, questa è arrivata con un vero e proprio tonfo al cuore, immagine un po’ scontata ma che rende bene l’idea di quello che ho provato. Probabilmente è sempre così quando se ne va una persona conosciuta, così giovane poi (47 anni) e in un modo così inaspettato, ma sicuramente è stata una cosa che mi ha sconvolto, e nel resto della giornata non ho potuto pensare ad altro, perso fra qualche memoria personale e i tanti, tantissimi messaggi d’affetto e cordoglio che iniziavano ad apparire sui social e sulle testate musicali.

Teo, soprattutto se milanesi, ma non solo, era una figura ben nota nel mondo della musica.  Letteralmente impossibile non averci mai avuto a che fare se un minimo dell’ambiente. L’hanno sottolineato tutti: era un turbinio d’idee e una delle persone più autenticamente simpatiche, disponibili e gentili mai incontrate, non tanto del settore, ma proprio in assoluto. È sempre facile lasciarsi andare a dei peana nei confronti di chi non c’è più. Molti anni fa, per citare una band che forse a Teo piaceva, i Cop Shoot Cop cantavano Everybody loves you when you’re dead, verità assoluta che però in questo caso è fuori luogo, perché Teo, senza piaggeria alcuna, era veramente come l’ho brevemente descritto sopra: una persona con cui era facilissimo entrare in connessione, per il suo sempre presente umorismo, il suo entusiasmo contagioso, la sua vulcanica tendenza a buttarsi in progetti sempre nuovi, portati avanti con una serietà che la sua facciata divertita di simpatico cazzaro non scalfiva minimamente.

Chiariamo, non posso, ora che non c’è più, arrogarmi la qualifica di amico in senso stretto di Teo, perché non è che il nostro rapporto fosse tale da poter essere definito in tal senso. Io, per lui, ero probabilmente solo uno dei tanti operatori del settore con cui aveva a che fare per lavoro e uno dei tanti appassionati di musica con cui capitava di scambiare due chiacchiere a un concerto, ma ciò non toglie che la sua incredibile socievolezza, la sua presenza costante in mille situazioni e l’arguta passione e competenza musicale siano state, per chi scrive, un punto fermo unico, che non potranno che mancarmi moltissimo.

L’avevo conosciuto oltre vent’anni fa quando lavorava per l’agenzia milanese SpinGo!, dove promuoveva i dischi di numerose etichette discografiche, ma poi, negli anni, innumerevoli volte abbiamo continuato a vederci e incontrarci, essendo lui stato promotore di alcune tra le cose migliori successe a Milano in questi due decenni. Ne faccio una velocissima panoramica, sicuramente parziale: è stato socio e cofondatore dei due locali milanesi chiamati Santeria, sia quello di via Paladini, che quello di viale Toscana, curandone per molto tempo la programmazione musicale; ha cofondato con i ragazzi di HardStaff il festival SoloMacello; era consulente per e titolare di un programma radiofonico su Radio Raheem; negli ultimi anni si era tuffato nell’organizzazione di eventi di stand up comedy e, assieme a Marco Monaci di Volume!, ha curato la programmazione artistica dello Spazio Teatro 89, cosa per la quale, in tempi recenti, più volte è stato citato anche su queste pagine. Varrà la pena ricordare che era stato anche giornalista musicale, su testate come Rumore o Metallus, oltre che musicista in prima persona in qualità di batterista dei Liquido di Morte.

L’ultima volta che l’avevo visto era stato al concerto degli australiani The Necks allo Spazio Teatro 89 dello scorso dicembre, e avevamo pure scherzato “ma non è che ci stiamo vedendo troppo spesso, ultimamente?”, ma poi ci eravamo sentiti via messaggio perché mi chiedeva delle informazioni circa la possibilità di organizzare un concerto degli Heliocentrics nello stesso luogo. Mai e poi mai avrei immaginato che quella sarebbe stata l’ultima volta. 

E non ci credo ancora.

Le mie più sentite condoglianze, unite a quelle del Buscadero tutto, vanno chiaramente alla famiglia, ai suoi affetti, agli amici e alle numerosissime persone che lo conoscevano e gli volevano bene. 

Grazie per tutto quello che hai fatto Teo, ciao!

Qui di seguito la recente intervista rilasciata al video podcast Arcade Studio, nella quale parlava di sé, del suo lavoro e delle sue passioni.

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