Fernet è il nuovo album dei fiorentini Petralana, in uscita a febbraio per Suburban Sky Records, ma anche un progetto che fonde diversi linguaggi espressivi. E’ musica, teatro, video e animazione. Sul palco la band e l’attore Pietro Traldi, accompagnati da un video d’animazione in stop motion, raccontano la storia di Pietro, un contadino delle Langhe in fuga durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’idea dello spettacolo, la cui prima ufficiale avverrà il 7 febbraio al Teatro Florida di Firenze, nasce dall’omonimo concept album e dalla collaborazione della band con il regista Federico Grazzini, l’autrice teatrale Manuela De Meo, il documentarista Tommaso Orbi e l’animatrice video Linda Kelvink.
Così la band racconta il disco: Fernet è il racconto in prima persona di un uomo in fuga sul finire della Seconda Guerra mondiale. Un semplice contadino delle Langhe che parte soldato per fuggire dal suo piccolo mondo e da una delusione d’amore. Pietro, conosciuto da vicino l’orrore della guerra, diventa disertore e decide di emigrare in America. Fernet è il viaggio in un mondo rurale che non esiste più. Un mondo dove il Fernet era l’unico sollievo per calmare le asprezze della vita. Abbiamo cercato in questo album di cogliere un paesaggio letterario ma anche morale, fatto di lavoro duro, di cose semplici e rapporti umani essenziali. Elementi che oggi sembrano scomparsi o in via di estinzione.
Il mondo letterario di Pavese e Fenoglio è stato il punto di partenza per questa storia. La riscoperta del paesaggio, l’amore e insieme il rifiuto verso le proprie radici, la ricerca della libertà, il rapporto città-campagna, le passioni primitive sono alcuni dei temi con i quali ci siamo confrontati. La storia di Pietro racconta anche di momenti drammatici, “i corvi fanno cerchio” sulle teste dei personaggi nelle Langhe così come nella nuova vita in America. Il nostro protagonista conoscerà l’attrazione del “gorgo scuro”, per i flutti che sembrano chiamarlo a sé per un istante. Poi sarà la volta del sogno, dove Pietro troverà finalmente rifugio, immaginando un ritorno alla terra e alle cose semplici.