In ricordo di Lonnie Brooks [1933-2017]
Un altro musicista ci ha lasciato, proprio allo scoccare del 1 di aprile. Si tratta di un personaggio atipico nel mondo del blues, Lonnie Brooks, nato Lee Booker Jr., in Louisiana nel 1933. Atipico perché seppe riunire nella sua musica – decisamente elettrica e venata di R’n’ B e grazie alla sua tonante vocalità che richiamava i grandi cantanti della musica soul degli anni ’70 – il Cajun della sua terra natale, lo swamp-rock delle paludi, il soul e il blues elettrico di Chicago. Il tutto in una personale mistura che lui rendeva ancora più atipica mescolandoci pure il country (indossava sempre un cappello da cowboy) e il voodoo; da qui la definizione del suo stile: Voodoo Blues.
Il mio personale ricordo di Lonnie Brooks risale ai tre strepitosi volumi della famosa serie Living Chicago Blues del 1978, serie che mi fece perdutamente innamorare di Chicago e della sua musica. Lonnie Brooks condivideva il Vol.2 della serie della Alligator Records, che da allora rimase la sua casa discografica, con altri grandi quali Pinetop Perkins e Magic Slim.
Lonnie Brooks arrivò a Chicago negli anni ’60, portandosi dietro il soprannome di Guitar Jr, che dovette subito mutare per non creare confusioni con l’omonimo chitarrista di Chicago Luther “Guitar Jr” Johnson, al seguito di Sam Cooke e si accasò con Jimmy Reed, contribuendo al suo grande hit Big Boss Man e fece per anni la gavetta, suonando ed assimilando nella sua musica il sound elettrico di Chicago che costituì poi sempre la sua solida base musicale. Tanto amore per la città gli valse il fatto che il comune di Chicago, già nel 2012, stabilisse che il 12 giugno fosse denominato Lonnie Brooks Day.
Dopo la compilation la Alligator pubblicò nel 1979 Bayou Lightning che gli valse il riconoscimento del Gran Prix Du Disque al Festival di Montreux, da lì partì la sua carriera che lo portò ad incidere parecchi dischi per la stessa casa discografica, tra cui occorre citare Wound Up Tight, con il suo ammiratore Johnny Winter e Satisfaction Guaranteed forse quello di maggior successo. Nel 2010 Lonnie Brooks ottenne l’induction nella Blues Hall Of Fame, insieme a Charlie Musselwhite e Bonnie Raitt; nel 2000 aveva partecipato, nel ruolo di se stesso, al film musicale Blues Brothers 2000.
Due dei suoi figli sono diventati eccellenti musicisti blues: Ronnie Baker Brooks e Wayne Baker Brooks. La dinastia Brooks continua a vivere!
La rivista Rolling Stone definì il suo stile «…soulful and ferociously energetic», non potrei aggiungere altro. So long Lonnie!