È tramite un messaggio pubblicato ieri dalla sua etichetta, la Loose Records, che veniamo a conoscenza del fatto che Robert Fisher ci ha lasciato al termine di una dura lotta con un cancro, che alla fine l’ha avuta vinta.
Fondatore, assieme a Paul Austin, a Boston, Massachussets, nel 1995, dei Willard Grant Conspiracy, col tempo Fisher ne è rimasto l’unico membro fisso, l’anima e l’animatore. Veniva talmente tanto identificato con la sua band, che molte persone pensavano il suo nome fosse Willard. Una band grandissima, che attraverso i suoi 10 album – il primo, 3 am Sunday @ Fortune’s Otto del 1996; l’ultimo, Ghost Republic, del 2013 – ha sempre raccolto molto meno di quello che avrebbe meritato.
Eppure sono moltissimi i grandi dischi di una band che è stata cardine del suono Americana, una delle più talentuose ed uniche: varrà la pena ricordare almeno Flying Low del 1998, Mojave del 1999, Regard The End (da molti considerato il loro capolavoro) del 2003, Let It Roll del 2006.
Anche la malattia è stata affrontata, com’era tipico dell’uomo, senza clamore, mentre cercava di tenersi stretto il suo lavoro e mentre stava preparando le canzoni del suo nuovo album. Io ebbi modo d’intervistarlo alcuni anni fa e mi trovai di fronte un vero signore, un grande appassionato di musica, un uomo con cui era assai difficile non entrare in sintonia, dal cuore grande a di grande sensibilità e disponibilità (chi fosse curioso, l’intervista la può leggere qui).
In questo momento di tristezza, l’unica consolazione può essere ritirare fuori i bellissimi dischi dei Willard Grant Conspiracy e abbandonarsi alle loro canzoni. So long Robert, ci mancherai moltissimo.